Marcia People: in migliaia a corteo contro le discriminazioni

Sono decine di migliaia le persone che hanno deciso di scendere in strada e unirsi alla manifestazione nazionale antirazzista “People – prima le persone”. Ad inizio corteo, uno striscione giallo con il nome dell'evento, tenuto dagli scout, vicino a loro il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Fra i presenti il segretario della Cgil, Maurizio Landini, quello della Uil, Carmelo Barbagallo, i governatori della Toscana, Enrico Rossi, e del Lazio, Nicola Zingaretti. MOlte le famiglie con i bambini. 

Il corteo

La manifestazione è stata lanciata nello scorso autunno da sei sigle: Insieme senza Muri, Acli, Sentinelli, Mamme per la pelle, Action Aid, Anpi. Hanno aderito oltre 1000 associazioni e 700 comuni hanno fatto il proprio messaggio dell'iniziativa. Tra questi, una ventina sono presenti col loro gonfalone assieme anche a rappresentanti dei centri sociali e collettivi studenteschi. L'arrivo è previsto in piazza Duomo dove non sono perevisti comizi ma un “afro street party” guidato dal dj nigeriano Simon Samaki Osagie venuto appositamente da Londra e famoso per avere inventato i flash mob musicali a tema politico.

Sala: “Momento di grande cambiamento”

Per il Paese questo è “un momento di grande cambiamento – ha detto il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala – è questa la nostra visione di Italia”. Il sindaco milanese ha affermato che a livello di società “ci troviamo a uno spartiacque”. “Tutti noi, indipendentemente dalla parte politica, siamo tutti convinti che siamo a uno spartiacque, uno spartiacque tra apertura e chiusura, tra qualche sogno autarchico che si manifesta nell'idea di trasmettere solo canzoni italiane alla radio e una visione internazionale – ha affermato – Se c'è una città che può dimostrare i benefici di una visione internazionale quella è Milano e non è solo il tema del rapporto sull'immigrazione: sono i dati, i dati delle tantissime imprese aperte da stranieri a Milano e il fatto che nelle nostre scuole pochissimi bambini immigrati hanno bisogno di assistenza con l'italiano perché alla fine sono bambini italiani”.