PROCESSO IN VATICANO PER L’EX ARCIVESCOVO JOSEF WESOLOWSKI

 Per la prima volta in Vaticano un ex arcivescovo viene processato penalmente per reati di pedofilia. Sabato mattina andrà alla sbarra l’ex nunzio della Repubblica Dominicana, il polacco Jozef Wesolowski, per rispondere alle gravi accuse di abusi sessuali su minori – commessi a Santo Domingo – e detenzione di un ingente materiale pedopornografico. Imputazioni per le quali, dopo essere stato ridotto allo stato laicale in primo grado nel processo canonico dell’ex Santo Uffizio, Wesolowski era stato posto il 22 settembre scorso agli arresti domiciliari in Vaticano e per le quali ora rischia fino a sette anni di carcere, salvo contestazione di ulteriori aggravanti.

Questo segna senza dubbio l’autentica svolta impressa da papa Francesco sui reati di pedofilia, senza sconti per nessuno, tantomeno per gli alti prelati. Infatti, a giudicare l’ex arcivescovo, assistito come difensore dall’avvocato Antonello Blasi, sarà un collegio interamente di laici, presieduto da Giuseppe della Torre, con i giudici Piero Antonio Bonnet e Paolo Papanti-Pelletier. A sostenere l’accusa sarà il promotore di giustizia Gian Piero Milano, che ha condotto l’inchiesta su Wesolowski e ne ha richiesto il rinvio a giudizio.

L’insieme delle gravi accuse passerà ora al vaglio del Tribunale vaticano, che potrà disporre, per il definitivo accertamento dei fatti, sia di perizie tecniche sui computer dell’imputato, sia eventualmente di forme di ulteriore cooperazione giudiziale con le autorità di Santo Domingo per la valutazione delle prove testimoniali da lì provenienti. La raccomandazione del Papa, ora in viaggio in America Latina, per “un caso così grave e delicato” era stata quella del “giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede”.