Da schiava a persona libera: “Joy per sempre”

L'intervista al vicequestore Salvatore Blasco, autore del libro "Joy per sempre. Diario di un commissario di polizia"

Joy era una ragazza nigeriana conosciuta durante un’operazione di polizia. Era minorenne, aveva 15 anni, arrivata in Italia dopo un viaggio estenuante dalla Libia con il barcone. La prima sera che era stata costretta a prostituirsi, grazie alla pronta segnalazione dei servizi sociali di Piacenza, Joy è stata salvata dalla squadra mobile di Piacenza, dove all’epoca lavoravo, e così ha potuto iniziare una nuova vita”. E’ così che Salvatore Blasco, ora vicequestore aggiunto della Polizia di Stato, attualmente dirigente del Reparto Prevenzione Crimine Emilia Romagna occidentale ha conosciuto Joy, protagonista del libro “Joy per sempre – Diario di un commissario di polizia“, pubblicato dalla Compagnia editoriale Aliberti e con la quarta di copertina del teologo Vito Mancuso, di cui è l’autore.

Una storia vera

Si tratta di una storia vera, anche se ha dell’incredibile. “Successivamente è nata un’amicizia, che poi si è trasformata in un rapporto di fratellanza, soprattutto quando Joy è entrata a far parte a pieno titolo della mia famiglia”. Un percorso che nasce da una vicinanza del vicequestore alle associazioni di volontariato che prestano la loro opera nell’aiutare i più fragili, gli ultimi. “In lei ho visto sicuramente una persona che aveva bisogno di aiuto, ma sapevo che avrebbe dato molto a me – spiega intervistato da Interris.it -. Mi sono sentito responsabile della sua vita ed è venuto naturale invitarla a casa mia, in Calabria, dove vive la mia famiglia di origine. Lei è entrata nel cuore di tutti e, in modo molto naturale, l’abbiamo accolta come parte del nostro nucleo familiare. Capisco che può sembrare strano, ma è veramente così”.

Il problema della prostituzione in Italia

La storia di Joy evidenzia il serio problema dello sfruttamento della prostituzione in Italia. Un giro di affari mondiale, fatto sulla pelle di giovanissime donne, cresciute in contesti difficili. Arrivano in Italia con la speranza di un futuro migliore, con la “promessa” che verranno aiutate a trovare un lavoro che permetterà loro di guadagnare dei soldi da poter spedire alle famiglie che hanno lasciato nel loro Paese natio. In Italia la legge del 1958, voluta dalla senatrice Lina Merlin, fece chiudere le “case di tolleranza” e ridusse questo sfruttamento, che però è riemerso a partire dagli anni ’90 con lo sviluppo dei flussi immigratori, è ha assunto connotati ancora più terribili perché le vittime sono completamente alla mercé di trafficanti e sfruttatori.

I numeri di questa terribile piaga

Secondo il sito questoeilmiocorpo.org della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata dal Servo di Dio don Oreste Benzi, sono quasi 25 milioni nel mondo le vittime della tratta di esseri umani, di cui il 59% è vittima di sfruttamento sessuale. Le vittime appartengono alle categorie vulnerabili, in condizioni sociali e economiche sfavorevoli.

L’importanza di parlare di questo problema

“Per aiutare queste ragazze, bisognerebbe innanzitutto parlarne, far sapere alle persone che esiste questo mondo di nuovi schiavi, è anche per questo che ho voluto raccontare la storia di Joy – spiega il vicequestore Blasco -. Quello con Joy per me è stato un incontro stravolgente: attraverso questa esperienza mi sono reso conto che si prova molta più gioia nel dare che ricevere. E’ riuscita a trasmettermi un ‘qualcosa’ che mi ha fatto crescere nel profondo. Lei è morta tre anni fa per una meningite fulminante che in tre giorni l’ha divorata, ma nonostante ciò la sua presenza è ancora viva e forte dentro di noi”.

L’operato delle forze dell’ordine

Il vicequestore ha sottolineato che in Italia le forze dell’ordine si impegnano dando il via a molte operazioni contro chi sfrutta queste giovani donne, ma per “sradicare questo male non bastano le forze dell’ordine – spiega -. C’è bisogno di una rivoluzione culturale: queste ragazze vengono sfruttate perché c’è chi cerca costantemente di comprare il loro corpo. Sarebbe necessaria un’educazione etica e morale, a partire dai giovani, spiegare loro che queste donne che si prostituiscono non lo fanno per loro scelta, ma sono costrette dai loro sfruttatori. E’ evidente che per debellare il fenomeno della prostituzione sia necessaria una rivoluzione delle coscienze a partire dal basso: le persone si dovrebbero scandalizzare nel sapere che ancora oggi, nel 2022, ci sono giovani donne costrette vendere il loro corpo. Vorrei ribadirlo: non si tratta di una loro libera scelta, ma vengono obbligate“.

Colui che salva diventa colui che viene salvato

L’incontro con Joy mi ha arricchito. In molti dicono che io ho salvato Joy, ma io sono convinto che è stata lei a salvare la mia vita – conclude il vicequestore -. Attraverso la sua vita ci ha insegnato l’essenza pura del concetto della relazione, la bellezza di poter dare e ricevere reciprocamente. Attraverso la sua morte, invece, ci ha dato un altro insegnamento: quello di stare attenti alla nostra vita, non possiamo pensare di vivere come se non dovessimo morire mai. Quando una vita è vissuta pienamente, come ha fatto lei, non si muore mai: è come se Joy continuasse a vivere e in parte lo fa anche attraverso la voce mia e di tutti quelli che insieme a me raccontano la sua storia”.