Irlandesi chiamati a decidere sull'aborto

I cittadini della Repubblica d'Irlanda sono chiamati alle urne per il referendum sull'aborto. Il quesito sottoposto agli elettori propone l'eliminazione del divieto, inserito in Costituzione, all'interruzione volontaria di gravidanza in qualunque caso, stupro compreso. 

L'articolo

Si tratta dell'ottavo emendamento, aggiunto nel 1983, che di fatto rende praticamente sempre illegale l'aborto. L'Ivg è consentita solo laddove sia in pericolo la vita della donna, un'unica eccezione che deriva dal Protection of Life During Pregnancy Act approvato solo nel 2013 sull'onda dell'emozione provocata dalla morte di una donna incinta alla quale era stato rifiutato l'intervento. 

La legge attuale

Attualmente in Irlanda chiunque procuri o aiuti una donna a procurarsi un aborto, al di fuori dei ristrettissimi confini dell'attuale legge, rischia una condanna fino a 14 anni di carcere. Non vengono invece punite le interruzioni di gravidanza eseguite all'estero; e questo spinge migliaia di donne ogni anno a ricorrere a questa soluzione per aggirare il divieto, recandosi prevalentemente nel Regno Unito. In caso di vittoria dei sì, l'Ivg sarà consentita senza restrizioni fino a 12 settimane di gestazione, in caso di pericolo per la salute della madre fino a 24. 

Sondaggi

Il tema è molto sentito (ci sono stati sei referendum sull'aborto negli ultimi 35 anni) e il Paese è diviso, nonostante il diffuso sentimento cattolico. Dopo settimane di infuocato dibattito, chi fa campagna per il “no” sostiene che i diritti dei nascituri siano sacrosanti, chi spinge per il “sì'' fa leva sul pietismo per quante vogliano abortire nel proprio Paese. L'ultimo sondaggio Irish Times/Ipsos la scorsa settimana dava il fronte dei favorevoli alla modifica della legge avanti di 12 punti (44% a 32%). Tra tutti i Paesi dell' Europa, soltanto a Malta l'aborto è completamente illegale; e l'Irlanda è il secondo Paese con le maggiori restrizioni. Seguono Polonia e Finlandia, dove è permesso in caso di incesto o stupro