“Integrate, non invisibili”: la conferenza del progetto Net-Works

Nel corso della conferenza verrann presentati i dati relativi al progetto Net-Works per l'integrazione a lungo termine delle donne sopravvissute alla tratta di esseri umani

Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Si terrà nella Casa Internazionale delle donne Via della Lungara, 19 a Roma, giovedì 30 novembre fra le 9:30 e le 12:30, la Conferenza finale del progetto europeo NET-WORKS intitolato “Integrate, non invisibili“.

Verranno presentati i risultati del progetto Net-works, finanziato dall’Unione Europea, per l’integrazione a lungo termine delle donne sopravvissute alla tratta di esseri umani, e le attività realizzate tra il 2022 e il 2023.

La conferenza sarà moderata da Oluwakemi Victoria Ajibola, assistente sociale e Presidente della Nigerian Women Association. Tra i relatori, Gianni Rosas, Direttore dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro per l’Italia e Adina Balam, Responsabile Europea della Rete Internazionale Thalita Kum, che interverranno sul tema Sfide per l’integrazione delle sopravvissute alla tratta di esseri umani nel contesto europeo.

Durante l’evento sarà lanciato un videotutorial multilingue indirizzato alle potenziali vittime di tratta e alle sopravvissute nell’Unione Europea per incoraggiarle ad intraprendere percorsi di integrazione, nella legalità e col supporto di enti antitratta, incluse misure di conciliazione vita-lavoro per madri. Sarà presentato anche un toolkit per operatori e professionisti coinvolti nell’inserimento lavorativo delle donne uscite dalla tratta con strumenti utili per aziende, cooperative e associazioni nel passaggio delicato dal recupero personale all’autonomia lavorativa.

La tratta nel mondo

La tratta di esseri umani è una grave forma di violazione dei diritti umani che colpisce migliaia di donne e ragazze in Europa, vittime provenienti da paesi dell’Unione europea, ma anche da Africa subsahariana e da Sud America, Cina.

Secondo i dati della Commissione europea del 2022, ogni anno più di 7000 vittime sono registrate come vittime di tratta di esseri umani, ma il numero è più alto perché molte persone vittime di tratta sono invisibili e non identificate. La maggior parte delle vittime sono donne e ragazze. La tratta di esseri umani a fini sessuali è ancora la forma più diffusa di sfruttamento (51%), mentre lo sfruttamento lavorativo colpisce il 28% delle vittime della tratta e infine altre forme come l’accattonaggio, le economie illegali, i matrimoni forzati rappresentano l’11% delle vittime.

I dati del progetto Net-Works

Grazie al progetto Net-works 54 donne sopravvissute alla tratta hanno ottenuto il sostegno di enti antitratta in 5 paesi: Italia (Comunità Papa Giovanni XXIII), Lituania (Centras KOPZI), Lettonia (Shelter Safe House), Spagna (Fundaciòn de Solidaridad Amaranta) e Germania (The Justice Project). Le associazioni impegnate sul campo hanno formato un team di lavoro che garantisca percorsi di integrazione in una prospettiva centrata sulla persona, culturalmente sensibile e attenta al background migratorio delle vittime per facilitarne l’integrazione a lungo termine con un approccio olistico, anche collaborando con Nordic Diaspora Forum in Svezia e Inas Cisl in Italia.

In particolare, i percorsi di integrazione hanno favorito il processo di avvio dell’empowerment e del lavoro di 30 madri, incinte e/o con bambini piccoli. Tra le nazionalità predominanti Nigeria (29 beneficiarie), seguita da Costa d’Avorio, Camerun e Repubblica Democratica del Congo (12 beneficiarie). Per quanto riguarda il principale supporto ottenuto dalle beneficiarie attraverso i percorsi pilota di integrazione, il 23,3% ha frequentato percorsi di formazione e orientamento professionale, il 21,7% ha frequentato un corso di lingua, il 18,3% ha ottenuto sostegno alla mobilità, il 16,7% tirocinii, e il resto altri tipi di supporto alla maternità e all’integrazione.

In Italia, la Comunità Papa Giovanni XXIII, leader del progetto, ha fornito un supporto psicosociale competente a 29 beneficiarie presenti nelle case rifugio e nelle case famiglia di 7 regioni italiane, attraverso tirocini, corsi di formazione al lavoro e sui diritti e doveri delle lavoratrici, formazione professionale e patenti di guida.