LIBIA, GENTILONI: “VALUTEREMO INTERVENTO ITALIANO SE CI SARANNO RICHIESTE”

“Valuteremo se ci saranno richieste; naturalmente, se prenderemo decisioni, ne informeremo il Parlamento”. Così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, sull’ipotesi dell’uso della base di Sigonella per effettuare incursioni aeree in Libia contro l’Isis. “La cosa che gli italiani devono sapere – ha detto – è che si tratta di interventi mirati contro le posizioni di Daesh attorno a Sirte, città costiera diventata la roccaforte di Daesh in Libia”.

Intanto gli Stati Uniti scendono in campo contro il Califfato in Libia, chiamati dal governo di Tobruch. Ieri sono iniziati i primi raid Usa indirizzati contro la roccaforte libica infliggendo ai jihadisti “pesanti perdite”. Le prime missioni aeree di “precisione” – che hanno preso di mira anche carri armati e altri mezzi – sono state autorizzate da Barack Obama, dietro esplicita richiesta del premier libico sostenuto dall’Onu, Fayez al Sarraj.

I raid hanno incontrato il favore dell’Italia. “Credo sia un fatto molto positivo che gli americani abbiano deciso di intervenire”, ha detto Gentiloni intervistato su Unomattina, programma televisivo di Rai 1. Anche la Farnesina ha evidenziato come i raid siano stati valutati “positivamente dall’Italia”, precisando che Roma “incoraggia a realizzare le iniziative per ridare stabilità e pace ai libici”.

Ad annunciare le operazioni è stato lo stesso Sarraj in un discorso alla tv nel pomeriggio: “Sono iniziati i primi raid americani che hanno colpito postazioni jihadiste”, infliggendo loro “pesanti perdite”, ha detto il premier libico rivelando che il suo governo aveva chiesto un “sostegno diretto agli Stati Uniti” per effettuare missioni in città. Sarraj ha aggiunto che la richiesta fatta agli americani di “operare nella sola area di Sirte e per un periodo di tempo limitato con raid aerei e senza truppe sul terreno” – opzione quest’ultima confermata anche dal Pentagono – è stata presentata dal Consiglio presidenziale in coordinamento con la ‘Operation Room’ al Bonyan al Marsous che opera da quasi tre mesi a Sirte.

Infine, il premier libico ha ribadito il “rifiuto del suo governo ad ogni tipo di ingerenza straniera senza mandato o autorizzazione del governo di intesa nazionale”. Un riferimento indiretto alla Francia che, qualche giorno fa, aveva ufficializzato la presenza di forze speciali impegnate in Libia senza il consenso del governo locale.