Banca del Giappone: “Stop ai tassi di interesse negativi”

La Banca del Giappone ha deciso di pone fine alla politica dei tassi negativi, per la prima volta in 17 anni, e di avviare una politica monetaria ultra espansiva

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La ripresa economica del Giappone permette, per la prima volta dopo 17 anni, di porre fine da parte della Boj (la banca nazionale nipponica) alla politica dei tassi di interesse negativi. Questo e altri cambiamenti importanti in politica economica segnano l’inizio di una normalizzazione della politica monetaria ultra espansiva.

Banca del Giappone decide stop a tassi interesse negativi

La Banca centrale del Giappone (BoJ) pone fine alla politica dei tassi negativi per la prima volta in 17 anni, in scia ai primi segnali dell’auspicata crescita dei salari, e le aspettative del raggiungimento di un’inflazione stabile. Il comitato guidato dal governatore Kazuo Ueda ha deciso un aumento del tasso di interesse di riferimento allo zero percento dal precedente meno 0,1%. Previsto anche il progressivo abbandono del programma di controllo dei rendimenti (Ycc), adottato nel 2016 assieme alla formula dei tassi negativi, e l’interruzione degli acquisti massicci di attività rischiose come i fondi negoziati di investimento (Etf).

Al via una politica monetaria ultra espansiva

I cambiamenti decisi dal comitato centrale con una votazione di 7 membri a favore e due contrari, mettono formalmente la parola fine all’esperimento monetario posto in atto dall’ex governatore Haruhiko Kuroda a partire dal 2013, e segnano l’inizio di una normalizzazione della politica monetaria ultra espansiva che, secondo gli analisti, sarà comunque graduale nel migliore dei casi, a causa dell’incertezza che permane sulle prospettive del raggiungimento dell’obiettivo di un’inflazione considerata “salutare” al 2%, e sostenuta dalla stabile crescita dei salari.

I recenti dati statistici che arrivano dalle trattative salariali di primavera, conosciute col nome di “Shunto“, in coincidenza con l’avvio dell’anno fiscale il primo aprile, rivelano che la media degli aumenti delle retribuzioni si assesta al 5,28%, un aumento di 1,48 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Si tratta della prima volta in 33 anni che il valore è superiore al 5%.

Lo yen resta debole nei confronti del dollaro e dell’euro

Nonostante le aspettative in linea con il mercato sull’abbandono dei tassi negativi, lo yen si mantiene debole nei confronti del dollaro e dell’euro, rispettivamente a quota 149,90 e 162,90, a causa dell’ampio differenziale che ancora esiste sui tassi tra il Giappone e le principali banche centrali. Prima della riunione il numero uno dell’istituto, Ueda, aveva smentito comunque le aspettative di un rapido rialzo dei tassi da parte dell’istituto, affermando che le condizioni finanziarie rimarranno accomodanti. Nella riunione della Federal Reserve statunitense in programma questa settimana, gli analisti anticipano ulteriori indicazioni sulla fine dell’aggressiva stretta monetaria attuata per combattere il rialzo dell’inflazione, e il possibile inizio dei tagli dei tassi entro quest’anno.

Fonte: Ansa