Muore in un incidente, il barbiere gli taglia i capelli poi posta il video su Facebook

Un terribile incidente, avvenuto il 7 febbraio scorso, ha interrotto la giovane vita di Cameron, un adolescente inglese rimasto ucciso dopo un tremendo schianto con il suo motorino, nella città di Wigan. Poi il dolore dei familiari, degli amici e quel senso di vuoto e sofferenza atroce che accompagna la perdita di un ragazzo di soli 15 anni, descritto come gioioso e pieno di vita. In ultimo, la lacerante prova dell’organizzazione dei funerali, tremendamente difficile da affrontare per i genitori che, però, hanno espresso il desiderio, a un barbiere del posto, di far comunque tagliare i capelli del figlio, una richiesta che l’uomo ha provveduto a eseguire. In quale modo, poi, è tutt’altra faccenda.

La notizia è stata riportata dai media inglesi, concordi nel rendere di dominio pubblico una scena che, da un punto di vista umano e professionale, non fa che accrescere il dramma esistenziale di una famiglia: stando a quanto riportato, infatti, il barbiere avrebbe sì tagliato i capelli del giovanissimo Cameron ma, allo stesso tempo, sarebbe stato ripreso da un’altra persona tramite smartphone, mentre era intento il suo operato. E, come se non bastasse, avrebbe postato il tutto sui social. Una visione orribile quella a cui sono stati costretti amici e parenti del ragazzo, rimasti allibiti quando, sugli schermi dei loro pc, è apparsa la terribile immagine. Dapprima sarebbero stati alcuni compagni di scuola del quindicenne ad accorgersi dell’accaduto, avvisando quindi i genitori.

Inevitabili i commenti di sdegno e l’indignazione apparsi in seguito alla pubblicazione del video. Il mondo del web ha condannato il tutto in modo unanime, offrendo sostegno e vicinanza al dolore della famiglia, già condannata a una tremenda sofferenza. In modo altrettanto immediato sono arrivate le scuse del negozio, il quale ha utilizzato gli stessi social network per manifestare cordoglio e per fare autocritica sul proprio comportamento. La gravità della cosa, però, non può essere sminuita: il desiderio di condividere esperienze sulle piattaforme web, ancora una volta, ha prevaricato sulle emozioni umane, anche le più dolorose.