Assalto Capitol Hill, incriminati per cospirazione sediziosa cinque dirigenti dei Proud Boys

Negli scontri del 6 gennaio al Congresso, dove i parlamentari dovevano ratificare la vittoria di Biden, ci furono cinque morti e 13 feriti

Il dipartimento di giustizia ha incriminato il capo dei Proud Boys Enrico Tarrio ed altri quattro dirigenti del gruppo paramilitare di estrema destra per cospirazione sediziosa nell’assalto al Campidoglio, a Washington DC, del 6 gennaio 2021. Si tratta delle accuse più aggressive mosse finora contro i Proud Boys e delle prime che attribuiscono al gruppo il tentativo di opporsi con la forza al pacifico trasferimento del potere dopo la vittoria di Joe Biden alle presidenziali.

Cos’è successo

Dopo la tornata elettorale presidenziale del novembre 2020, in quel giorno di inizio gennaio si teneva al Congresso degli Stati Uniti la seduta congiunta di Camera e Senato per la certificazione del voto dei grandi elettori. In quel frangente, centinaia di sostenitori del presidente uscente Donald Trump hanno assaltato la sede del Congresso, scontrandosi con la polizia e occupando, armati, l’edificio. La seduta è stata sospesa fino a che – tre ore dopo – i rivoltosi non sono stati tutti allontanati. I parlamentari sono stati evacuati, il vicepresidente Mike Pence aveva dovuto lasciare Capitol Hill scortato dal secret service presidenziale, che ha messo in sicurezza anche la vicepresidente eletta Kamala Harris. Il bilancio finale di quelle ore di tensione è stato di cinque vittime e 13 feriti.