Papa Francesco: “I Magi, immagine del popolo in cammino alla ricerca di Dio”

L'omelia pronunciata da Papa Francesco dopo la proclamazione del Vangelo nel corso della celebrazione della Solennità dell'Epifania del Signore

Foto ©Vatican News

Papa Francesco ha celebrato nella Basilica di San Pietro la Santa Messa in occasione della Solennità dell’Epifania del Signore. Prima della funzione religiosa, il Pontefice ha salutato le monache benedettine provenienti dall’Argentina che – per sua volontà – da alcuni giorni abitano nel Monastero Mater Ecclesiae, nei Giardini Vaticani, ex residenza per un decennio del Papa emerito Benedetto XVI dopo la rinuncia al pontificato.

L’omelia di Papa Francesco

I Magi “sono immagine dei popoli in cammino alla ricerca di Dio, degli stranieri che ora sono condotti sul monte del Signore, dei lontani che adesso possono udire l’annuncio della salvezza, di tutti gli smarriti che sentono il richiamo di una voce amica”. Lo ha detto papa Francesco nell’omelia della messa nella solennità dell’Epifania. Osservando questi sapienti venuti dall’Oriente, il Pontefice si è soffermato su tre aspetti: “essi hanno gli occhi puntati verso il cielo, i piedi in cammino sulla terra, il cuore prostrato in adorazione“. Anzitutto, ha sottolineato, “i Magi hanno gli occhi puntati verso il cielo. Sono abitati dalla nostalgia dell’infinito e il loro sguardo è attratto dagli astri celesti. Non vivono guardando la punta dei loro piedi, ripiegati su sé stessi, prigionieri di un orizzonte terreno, trascinandosi nella rassegnazione o nella lamentela”. Secondo Francesco, “essi alzano il capo, per attendere una luce che illumini il senso della loro vita, una salvezza che viene dall’alto. E così vedono spuntare una stella, più luminosa di tutte, che li attrae e li mette in cammino”.

La chiave per scoprire il significato della nostra vita

Questa, per il Papa, “è la chiave che dischiude il significato vero della nostra esistenza: se viviamo rinchiusi nel ristretto perimetro delle cose terrene, se marciamo a testa bassa ostaggi dei nostri fallimenti o dei nostri rimpianti, se siamo affamati di beni e consolazioni mondane, che oggi ci sono e domani non ci saranno più, invece che cercatori di luce e di amore, la nostra vita si spegne”. I Magi, ha proseguito, “che pure sono stranieri e ancora non hanno incontrato Gesù, ci insegnano a guardare in alto, ad avere lo sguardo rivolto al cielo, ad alzare gli occhi verso i monti da dove ci verrà l’aiuto, perché il nostro aiuto viene dal Signore”. “Fratelli e sorelle, gli occhi puntati al cielo!”, ha esortato il Pontefice.

Camminare nel mondo come testimoni del Vangelo

Oltre che “gli occhi puntati verso il cielo”, i Magi “hanno anche i piedi in cammino sulla terra”, ha osservato papa Francesco nella messa in San Pietro per la solennità dell’Epifania. Secondo il Pontefice, “il dono della fede non ci è dato per restare a fissare il cielo, ma per camminare sulle strade del mondo come testimoni del Vangelo“. “La luce che illumina la nostra vita, il Signore Gesù – ha proseguito -, non ci è data solo per essere consolati nelle nostre notti, ma per aprire squarci di luce nelle tenebre fitte che avvolgono tante situazioni sociali”. Inoltre, “il Dio che viene a visitarci non lo troviamo restando fermi in qualche bella teoria religiosa, ma solo mettendoci in cammino, cercando i segni della sua presenza nelle realtà di ogni giorno e, soprattutto, incontrando e toccando la carne dei fratelli”.

L’importanza di incontrare Dio

Francesco ha quindi sottolineato il valore e l’importanza di “incontrare Dio in carne e ossa, nei volti che ogni giorno ci passano accanto, specialmente quelli dei più poveri”. Infine, ha ricordato ancora il Papa, “i Magi hanno il cuore prostrato in adorazione”. E questo, incontrando “un re che è venuto a servirci, un Dio che si è fatto uomo, che ha compassione di noi, soffre con noi e muore per noi”. “Dinanzi a questo mistero – ha aggiunto -, siamo chiamati a piegare il cuore e le ginocchia per adorare: adorare il Dio che viene nella piccolezza, che abita la normalità delle nostre case, che muore per amore”. “Abbiamo perso l’abitudine di adorare. Riscopriamo il gusto della preghiera di adorazione. Oggi i Magi ci invitano ad adorare, manca l’adorazione oggi tra noi”, ha concluso il Pontefice.

L’annuncio della Pasqua

Durante la messa presieduta da papa Francesco nella Basilica di San Pietro per la solennità dell’Epifania – davanti a seimila fedeli – come da tradizione è stato dato l’annuncio del giorno della Pasqua di quest’anno e delle altre festività. “Centro di tutto l’Anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella Domenica di Pasqua il 31 marzo“, ha letto il diacono. “Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi – ha proseguito -: le Ceneri, inizio della Quaresima, il 14 febbraio; l’Ascensione del Signore, il 9 maggio; la Pentecoste, il 19 maggio; la prima domenica di Avvento, il 1/o dicembre”. In Italia la solennità dell’Ascensione del Signore si celebra comunque domenica 12 maggio.

Fonte Ansa