Il Papa all’Angelus: “Non riduciamo il Battesimo a un mero dato anagrafico”

L’acqua che dona la vita eterna è stata effusa nei nostri cuori nel giorno del nostro Battesimo; allora Dio ci ha trasformati e riempiti della sua grazia. Ma può darsi che questo grande dono lo abbiamo dimenticato, o ridotto a un mero dato anagrafico; e forse andiamo in cerca di ‘pozzi’ le cui acque non ci dissetano”. In questa terza domenica di Quaresima, in cui la liturgia presenta il brano evangelico dell’incontro di Gesù con la Samaritana, Papa Francesco incentra la sua riflessione sul simbolo dell’acqua. In una piazza San Pietro gremita di fedeli e pellegrini, raccolti in preghiera sotto un cielo plumbeo, Bergoglio ricorda l’importanza del Battesimo.

Una sorgente di “acqua viva”

L’evangelista Giovanni narra come questo incontro avvenga “mentre Gesù attraversava la Samaria, regione tra la Giudea e la Galilea, abitata da gente che i Giudei disprezzavano, ritenendola scismatica ed eretica” (cfr Gv 4,5-42). Eppure, sottolinea il Papa, sarà proprio questa popolazione ad aderire per prima “alla predicazione cristiana degli Apostoli“. Tornano al Vangelo del giorno, Bergoglio racconta come nasce il dialogo tra Cristo e la Samaritana: “Mentre i discepoli vanno nel villaggio a procurarsi da mangiare, Gesù rimane presso un pozzo e chiede da bere a una donna, venuta lì ad attingere l’acqua”. Alla domanda della donna “Come mai un giudeo si degna di chiedere qualcosa a una samaritana?“, Gesù risponde: “Se tu sapessi chi sono io, e il dono che ho per te, saresti tu a chiedere e io ti darei ‘acqua viva’, un’acqua che sazia ogni sete e diventa sorgente inesauribile nel cuore di chi la beve”.

Gesù sorgente “zampillante” di grazia

Il Pontefice sottolinea come “andare al pozzo ad attingere acqua” possa essere “faticoso e noioso; sarebbe bello avere a disposizione una sorgente zampillante!”. Tuttavia, quella di cui parla Gesù è “un’acqua diversa”. Infatti, prosegue Bergoglio, “quando la donna si accorge che l’uomo con cui sta parlando è un profeta, gli confida la propria vita e gli pone questioni religiose. La sua sete di affetto e di vita piena non è stata appagata dai cinque mariti che ha avuto, anzi, ha sperimentato delusioni e inganni”. La Samaritana rimane “colpita dal grande rispetto che Gesù ha per lei e quando le parla della vera fede, come relazione con Dio Padre ‘in spirito e verità’, allora intuisce che quell’uomo potrebbe essere il Messia”. Ed è lo stesso Gesù a confermarlo: “Sono io, che parlo con te“.

Nel Battesimo l’effusione della grazia

L’acqua di cui parla Gesù, quella “che dona la vita eterna“, “è stata effusa nei nostri cuori nel giorno del nostro Battesimo; allora Dio ci ha trasformati e riempiti della sua grazia”. Eppure, può capitare “che questo grande dono lo abbiamo dimenticato, o ridotto a un mero dato anagrafico”. Così ognuno va alla ricerca “di ‘pozzi’ le cui acque non ci dissetano. Allora questo Vangelo è proprio per noi! Gesù ci parla come alla Samaritana“. Anche se lo conosciamo, prosegue il Papa, “forse non lo abbiamo ancora incontrato personalmente, e non lo abbiamo ancora riconosciuto come il nostro Salvatore“. La Quaresima può essere, allora, l’occasione “per avvicinarci a Lui, incontrarlo nella preghiera in un dialogo cuore a cuore, vedere il suo volto nel volto di un fratello o di una sorelle sofferente”. Così facendo “possiamo rinnovare in noi la grazia del Battesimo, dissetarci alla fonte della Parola di Dio e del suo Santo Spirito”. Non solo. In tal modo possiamo “scoprire anche la gioia di diventare artefici di riconciliazione e strumenti di pace nella vita quotidiana“.

La preghiera per il Perù

Dopo la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco esprime la sua vicinanza “alla cara popolazione del Perù, duramente colpita da devastanti alluvioni. Prego per le vittime e per quanti sono impegnati nel prestare soccorso”. Quindi, ricordando la figura di Josef Mayr-Nusser, padre di famiglia ed esponente dell’Azione Cattolica, morto martire perché si rifiutò di aderire al nazismo per fedeltà al Vangelo, e proclamato ieri beato a Bolzano, lo eleva a “modello per i fedeli laici, specialmente per i papà, che oggi ricordiamo con grande affetto, anche se la festa liturgica di san Giuseppe, loro patrono, quest’anno sarà celebrata domani”. Nel salutare poi i tanti pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, Francesco si congeda con quello che è diventato un suo mantra: “A tutti auguro una buona domenica. Non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.