PIEDE MOZZATO NELL’ANIENE, LA VITTIMA E’ UN PREGIUDICATO

Manca ancora la prova del Dna, che sarà eseguita la prossima settimana, ma ormai sembrano restare pochi dubbi sull’identità dell’uomo a cui apparteneva il piede sinistro trovato cinque giorni fa a Roma vicino all’argine del fiume Aniene. Dovrebbe trattarsi di Gabriele Di Ponto, 36 anni, ultrà della Lazio e pregiudicato per droga. Secondo indiscrezioni, potrebbe essere stato ucciso e fatto a pezzi con una sega, probabilmente elettrica. Infatti – riporta il referto – il taglio è netto, ma non nettissimo come quello di un fendente con amputazione in un colpo solo. All’Istituto di Medicina legale dell’ospedale Gemelli sono in corso le indagini genetiche e istologiche sui molti frammenti di cute tatuata e ai margini della ferita, sulle ossa e sul midollo osseo.

Il macabro reperto era stato rinvenuto martedì scorso da un cittadino in via della Foce dell’Aniene, vicino all’omonimo fiume e alla tangenziale Est, nella zona nord della Capitale. L’uomo, rimasto anonimo, aveva subito avvertito le forze dell’ordine che, a loro volta, avevano prontamente avviato le indagini. Le cause dell’omicidio potrebbero ricondursi al mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti. Lo farebbero pensare i precedenti del Di Ponto: una vita passata dentro e fuori dal carcere tra rapine, droga e violenza. Al mondo degli ultrà gli investigatori sarebbero arrivati controllando le denunce delle persone scomparse di “fede” biancoceleste e con tatuaggi. Infatti, una delle due scritte presenti sull’arto mozzato riportava “SS. Lazio Irriducibili” mentre l’altra recitava “Oggi è un bel giorno per morire”. Qualcuno, purtroppo, potrebbe averlo preso in parola.