Omicidio Varani: il Pm chiede 30 anni per Foffo e rinvio a giudizio per Prato

La richiesta di una condanna a 30 anni di reclusione per Manuel Foffo e la sollecitazione del rinvio a giudizio per Marco Prato. Queste le richieste fatte oggi dal pm Francesco Scavo nell’ambito del processo con rito abbreviato per Foffo e con rito ordinario per Prato. I due sono accusati di avere massacrato e ucciso Luca Varani nel corso di un festino a base di droga in un appartamento del Collatino, a Roma. I due sono accusati di omicidio premeditato con le aggravanti della crudeltà e dei motivi abietti e futili. Secondo Scavo, quello del Collatino fu un massacro pianificato in modo lucido. Già’ nell’atto di chiusura indagini, la Procura aveva di fatto ricostruito l’intera vicenda ritagliando un ruolo “paritario” ai due nell’omicidio.

L’omicidio

Tutto si sarebbe svolto dalla mezzanotte di giovedì 3 marzo alle 9.30 di venerdì 4. Sarebbe questo il lasso di tempo in cui Manuel Foffo e Marco Prato avrebbero compiuto il loro efferato crimine. E’ ciò che pensano gli inquirenti della Procura di Roma che stanno cercando di ricostruire in modo capillare cosa sia avvenuto tra Manuel Foffo e Marco Prato nell’appartamento al Collatino. La decisione di “fare del male a qualcuno” si sarebbe palesata nella mente dei due killer, secondo quando sostiene Foffo, nella serata di giovedì 3 marzo. In base a quanto accertato dagli inquirenti, intanto, la coltellata che ha trafitto il cuore di Varani non fu decisiva nel causare la morte. Sarebbero state le torture e le sevizie a causare il decesso di Luca Varani. Il giudice Riccardo Amoroso in un passo dell’ordinanza di custodia cautelare ha scritto: “L’omicidio di Luca Varani è arrivato in seguito ad una fredda ideazione, pianificazione ed esecuzione. L’azione omicida presenta modalità raccapriccianti”. Il fatto è “tanto efferato” e “preceduto da sevizie e torture, senza altro movente se non quello di appagare un crudele desiderio di malvagità”. “Gli indagati sono persone prive del senso di pietà – prosegue il Gip di Roma – potrebbero ripetersi”. Spuntano intanto nuove rivelazioni su quella notte: nella casa romana di Foffo, prima dell’omicidio, c’erano 7 persone: i killer, la vittima, uno spacciatore albanese, un romano residente a Milano, un soldato e un’altra persona non identificata.

La confessione di Foffo

“Volevo uccidere mio padre e forse ho combinato tutto questo per vendicarmi di lui”. È la rivelazione shock di Manule Foffo al pm Francesco Scavo nel corso del secondo interrogatorio svolto venerdì scorso nel carcere di Regina Coeli. Foffo si trova in carcere con l’amico di sballo Marco Prato per avere ucciso – durante un festino a base di alcool e cocaina il conoscente Luca Varani in un appartamento a Roma. Il giovane, riporta il referto dell’autopsia, è morto per dissanguamento a causa delle numerose coltellate e martellate subite in due ore di sevizie e torture. “Il momento in cui ho perso il controllo di me stesso credo sia quando tra me e Marco è uscito l’argomento di mio padre” racconta Manuel. “Io e Marco abbiamo iniziato a parlare a lungo di mio padre e questa cosa mi ha fatto ‘venire il veleno’, avevo una forte rabbia interiore – continua Foffo – Questo è durato fino alle 2.30. Durante i nostri discorsi ricordo che era come se Marco sembrava darmi ragione, i nostri discorsi erano davvero sinceri, lui mi guardava con uno sguardo criminale”.