Papa: “La terza guerra mondiale a pezzi è ormai un conflitto globale”

L'udienza del Pontefice al Corpo diplomatico: pace, Ucraina, Terra Santa, Rohingya, Africa e tutela della vita in ogni sua fase i temi chiave del discorso presso la Santa Sede

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Molteplici gli argomenti – pace, migranti, tutela della vita, politica, persecuzioni – trattati da Papa Francesco nell’udienza di inizio d’anno al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Centrale il tema della pace, “in un momento storico in cui è sempre più minacciata, indebolita e in parte perduta”.

Il Papa: “3/a guerra mondiale a pezzi ormai vero conflitto globale”

“Alla vigilia di Natale del 1944, Pio XII pronunciò un celebre Radiomessaggio ai popoli del mondo intero. La seconda guerra mondiale stava avvicinandosi alla conclusione dopo oltre cinque anni di conflitto e l’umanità – disse il Pontefice – avvertiva ‘una volontà sempre più chiara e ferma: fare di questa guerra mondiale, di questo universale sconvolgimento, il punto da cui prenda le mosse un’era novella per il rinnovamento profondo’. Ottant’anni dopo, la spinta a quel ‘rinnovamento profondo’ sembra essersi esaurita e il mondo è attraversato da un crescente numero di conflitti che lentamente trasformano quella che ho più volte definito ‘terza guerra mondiale a pezzi’ in un vero e proprio conflitto globale”. Così il Papa nell’udienza di inizio d’anno al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, che ha detto di voler dedicare interamente al tema della pace, “in un momento storico in cui è sempre più minacciata, indebolita e in parte perduta”.

“Cessate il fuoco e liberazione ostaggi a Gaza”

“Ribadisco il mio appello a tutte le parti coinvolte per un cessate-il-fuoco su tutti i fronti, incluso il Libano, e per l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi a Gaza”. Così il Papa al Corpo diplomatico sul conflitto israelo-palestinese. “Chiedo che la popolazione palestinese riceva gli aiuti umanitari e che gli ospedali, le scuole e i luoghi di culto abbiano tutta la protezione necessaria”, ha detto. “Auspico che la Comunità internazionale percorra con determinazione la soluzione di due Stati, uno israeliano e uno palestinese, come pure di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la Città di Gerusalemme, affinché israeliani e palestinesi possano finalmente vivere in pace e sicurezza”, ha aggiunto il Pontefice.

“Non posso in questa sede non ribadire la mia preoccupazione per quanto sta avvenendo in Israele e Palestina”, ha detto Francesco nell’udienza di inizio d’anno con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. “Tutti siamo rimasti scioccati dall’attacco terroristico del 7 ottobre scorso contro la popolazione in Israele, dove sono stati feriti, torturati e uccisi in maniera atroce tanti innocenti e molti sono stati presi in ostaggio”, ha proseguito.

“Ripeto la mia condanna per tale azione e per ogni forma di terrorismo ed estremismo – ha detto ancora il Papa -: in questo modo non si risolvono le questioni tra i popoli, anzi esse diventano più difficili, causando sofferenza per tutti. Infatti, ciò ha provocato una forte risposta militare israeliana a Gaza che ha portato la morte di decine di migliaia di palestinesi, in maggioranza civili, tra cui tanti bambini, ragazzi e giovani, e ha causato una situazione umanitaria gravissima con sofferenze inimmaginabili”. Secondo il Pontefice, “il conflitto in corso a Gaza destabilizza ulteriormente una regione fragile e carica di tensioni”.

“Non dimenticare il popolo siriano”

In particolare, “non si può dimenticare il popolo siriano, che vive nell’instabilità economica e politica, aggravata dal terremoto del febbraio scorso. La Comunità internazionale incoraggi le Parti coinvolte a intraprendere un dialogo costruttivo e serio e a cercare soluzioni nuove, perché il popolo siriano non abbia più a soffrire a causa delle sanzioni internazionali”. Inoltre, “esprimo la mia sofferenza per i milioni di rifugiati siriani che ancora si trovano nei Paesi vicini, come la Giordania e il Libano”. “A quest’ultimo rivolgo – ha aggiunto Francesco – un particolare pensiero, esprimendo preoccupazione per la situazione sociale ed economica in cui versa il caro popolo libanese, e auspico che lo stallo istituzionale che lo sta mettendo ancora più in ginocchio venga risolto e che il Paese dei Cedri abbia presto un presidente”.

“Dare un futuro al Myanmar, non dimenticare i Rohingya”

“Rimanendo nel continente asiatico, desidero richiamare l’attenzione della Comunità internazionale pure sul Myanmar, chiedendo che vengano messi in campo tutti gli sforzi per dare speranza a quella terra e un futuro degno alle giovani generazioni, senza dimenticare l’emergenza umanitaria che ancora colpisce i Rohingya.

“Porre fine alla tragedia Ucraina con il negoziato”

“Purtroppo, dopo quasi due anni di guerra su larga scala della Federazione Russa contro l’Ucraina, la tanto desiderata pace non è ancora riuscita a trovare posto nelle menti e nei cuori, nonostante le numerosissime vittime e l’enorme distruzione”. Così il Papa nell’udienza agli ambasciatori accreditati in Vaticano. “Non si può lasciare protrarre un conflitto che va incancrenendosi sempre di più, a detrimento di milioni di persone, ma occorre che si ponga fine alla tragedia in atto attraverso il negoziato, nel rispetto del diritto internazionale”, ha detto. Il Pontefice ha espresso “preoccupazione anche per la tesa situazione nel Caucaso Meridionale tra l’Armenia e l’Azerbaigian, esortando le parti ad arrivare alla firma di un Trattato di pace”. “È urgente trovare una soluzione alla drammatica situazione umanitaria degli abitanti di quella regione, favorire il ritorno degli sfollati alle proprie case in legalità e sicurezza e rispettare i luoghi di culto delle diverse confessioni religiose ivi presenti – ha aggiunto Francesco -. Tali passi potranno contribuire alla creazione di un clima di fiducia tra i due Paesi in vista della tanto desiderata pace”.

“Tensioni e contrasti nelle Americhe, preoccupa Nicaragua”

“Sebbene non vi siano guerre aperte nelle Americhe, fra alcuni Paesi, per esempio tra il Venezuela e la Guyana, vi sono forti tensioni, mentre in altri, come in Perù, osserviamo fenomeni di polarizzazione che compromettono l’armonia sociale e indeboliscono le istituzioni democratiche”, ha detto papa Francesco al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. “Desta ancora preoccupazione la situazione in Nicaragua: una crisi che si protrae nel tempo con dolorose conseguenze per tutta la società nicaraguense, in particolare per la Chiesa Cattolica – ha aggiunto -. La Santa Sede non cessa di invitare ad un dialogo diplomatico rispettoso per il bene dei cattolici e dell’intera popolazione”.

“Tra le cause conflitti: la fame, i disastri ambientali, la crisi climatica”

“Per perseguire la pace non è sufficiente limitarsi a rimuovere gli strumenti bellici, occorre estirpare alla radice le cause delle guerre, prime fra tutte la fame, una piaga che colpisce tuttora intere regioni della Terra, mentre in altre si verificano ingenti sprechi alimentari”, ha detto papa Francesco nell’udienza al Corpo diplomatico accreditato in Vaticano. “Vi è poi lo sfruttamento delle risorse naturali, che arricchisce pochi, lasciando nella miseria e nella povertà intere popolazioni, che sarebbero i beneficiari naturali di tali risorse. Ad esso è connesso lo sfruttamento delle persone, costrette a lavorare sottopagate e senza reali prospettive di crescita professionale”. “Tra le cause di conflitto vi sono anche le catastrofi naturali e ambientali”, ha proseguito, riconoscendo che “certamente vi sono disastri che la mano dell’uomo non può controllare. Penso ai recenti terremoti in Marocco e in Cina, che hanno causato centinaia di vittime, come pure a quello che ha colpito duramente la Turchia e parte della Siria e che ha lasciato dietro di sé una tremenda scia di morte e distruzione. Penso pure all’alluvione che ha colpito Derna in Libia, distruggendo di fatto la città, anche a causa del concomitante crollo di due dighe”. “Vi sono però i disastri che sono imputabili anche all’azione o all’incuria dell’uomo e che contribuiscono gravemente alla crisi climatica in atto, come ad esempio la deforestazione dell’Amazzonia, che è il ‘polmone verde’ della Terra”, ha avvertito.

“La crisi climatica esige una risposta sempre più urgente”

Il Pontefice ha ricordato che “la crisi climatica e ambientale è stata oggetto della XXVIII Conferenza degli Stati parte alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28), tenutasi a Dubai il mese scorso, alla quale mi rincresce di non aver potuto partecipare personalmente. Essa è iniziata in concomitanza con l’annuncio dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale che il 2023 è stato l’anno più caldo rispetto ai 174 anni precedentemente registrati”. Secondo Francesco, “la crisi climatica esige una risposta sempre più urgente e richiede il pieno coinvolgimento di tutti quanti, così come dell’intera comunità internazionale”. “L’adozione del documento finale alla COP28 rappresenta un passo incoraggiante e rivela che, di fronte alle tante crisi che stiamo vivendo, vi è la possibilità di rivitalizzare il multilateralismo attraverso la gestione della questione climatica globale, in un mondo in cui i problemi ambientali, sociali e politici sono strettamente connessi”, ha aggiunto. Per il Papa, “alla COP28 è emerso chiaramente come quello in corso sia il decennio critico per fronteggiare il cambiamento climatico. La cura del creato e la pace ‘sono le tematiche più urgenti e sono collegate’. Auspico, pertanto, che quanto stabilito a Dubai porti a ‘una decisa accelerazione della transizione ecologica, attraverso forme che […] trovino realizzazione in quattro campi: l’efficienza energetica; le fonti rinnovabili; l’eliminazione dei combustibili fossili; l’educazione a stili di vita meno dipendenti da questi ultimi”.

“Rispetto della vita, utero in affitto sia vietato ovunque”

“La via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio”. Così il Papa al Corpo diplomatico. Al riguardo, ha detto, “ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre”. “Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto – ha aggiunto -. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica. In ogni momento della sua esistenza, la vita umana dev’essere preservata e tutelata, mentre constato con rammarico, specialmente in Occidente, il persistente diffondersi di una cultura della morte, che, in nome di una finta pietà, scarta bambini, anziani e malati”.

“Teoria gender pericolosissima, cancella le differenze”

“La via della pace esige il rispetto dei diritti umani, secondo quella semplice ma chiara formulazione contenuta nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, di cui abbiamo da poco celebrato il 75/o anniversario”, ha detto papa Francesco durante l’udienza al Corpo diplomatico. “Si tratta di principi razionalmente evidenti e comunemente accettati – ha proseguito -. Purtroppo, i tentativi compiuti negli ultimi decenni di introdurre nuovi diritti, non pienamente consistenti rispetto a quelli originalmente definiti e non sempre accettabili, hanno dato adito a colonizzazioni ideologiche, tra le quali ha un ruolo centrale la teoria del gender, che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali”. Secondo il Pontefice, “tali colonizzazioni ideologiche provocano ferite e divisioni tra gli Stati, anziché favorire l’edificazione della pace”.

“Fermare l’antisemitismo”

“Preoccupa particolarmente l’aumento degli atti di antisemitismo verificatisi negli ultimi mesi; e ancora una volta sono a ribadire che questa piaga va sradicata dalla società, soprattutto con l’educazione alla fraternità e all’accoglienza dell’altro”. Lo ha detto papa Francesco nell’udienza al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.

“Basta persecuzione contro i cristiani”

“Parimenti preoccupa la crescita della persecuzione e della discriminazione nei confronti dei cristiani, soprattutto negli ultimi dieci anni”, ha aggiunto il Pontefice. Quest’ultima, ha sottolineato Francesco, “riguarda non di rado, seppure in modo incruento ma socialmente rilevante, quei fenomeni di lenta marginalizzazione ed esclusione dalla vita politica e sociale e dall’esercizio di certe professioni che avvengono anche in terre tradizionalmente cristiane. Nel complesso sono oltre 360 milioni i cristiani nel mondo che sperimentano un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede, e sono sempre di più quelli costretti a fuggire dalle proprie terre d’origine”. Secondo il Papa, “la via della pace passa pure attraverso il dialogo interreligioso, che innanzitutto richiede la tutela della libertà religiosa e il rispetto delle minoranze”. “Duole, ad esempio, constatare – ha osservato – come cresca il numero di Paesi che adottano modelli di controllo centralizzato sulla libertà di religione, con l’uso massiccio di tecnologia”. In altri luoghi, ha aggiunto, “le comunità religiose minoritarie si trovano spesso in una situazione sempre più drammatica. In alcuni casi sono a rischio di estinzione, a causa di una combinazione di azioni terroristiche, attacchi al patrimonio culturale e misure più subdole come la proliferazione delle leggi anti-conversione, la manipolazione delle regole elettorali e le restrizioni finanziarie”.

Fonte: Ansa