Grammy Awards 2017: trionfa Adele; male tutti gli italiani

E’ (ancora) Adele la regina dell’edizione 2017 dei Grammy Awards, gli Oscar della musica, assegnati ieri notte dallo Staples Center di Los Angeles. La 59esima edizione si apre con un omaggio musicale a George Michael, morto suicida lo scorso Natale, con la solita Adelde che canta “Fastlove”, ma – a sorpresa -interrompe l’esecuzione dopo un’imprecisione iniziale per “rifarla al meglio”. E, al secondo giro, standing ovation per la cantautrice britannica che, insieme a Duffy e alla scomparsa Amy Winehouse, è considerata una delle principali esponenti della nuova generazione del “soul bianco”.

E’ lei a vincere ben 5 premi: i due più importanti: “Best song” e “Best album”, nonché “Best record”, “Best pop solo performance” e “Best pop Vocal album”. Li ritira piangendo chiedendo scusa alla rivale-amica Beyoncé, alla quale dice: “Il tuo lavoro è monumentale”. Piange anche la pop star afroamericana, tra l’altro in dolce attesa con pancione in bella vista, che si deve accontentare di due soli riconoscimenti: “Best urban contemporary album” per Lemonade e “Best music video per Formation.

E’ andata peggio alla delegazione italiana, nonostante il calibro dei nostri artisti in gara: hanno perso tutti: Ennio Morricone, fresco di Oscar, non ha bissato il premio per la colonna sonora del film di Tarantino The Hateful Eight. Laura Pausini, candidata nella categoria “Best Latin Album” è stata sconfitta da Jesse and Joy; Andrea Bocelli, nominato per il “Traditional Pop vocal album” non ha superato Willie Nelson.  Nulla da fare neanche per l’Accademia nazionale di Santa Cecilia, in corsa con Verismo nella gara per il “Best Classical solo vocal album”.