MAGGIORANZA IN BILICO, ALFANO: “NON USCIAMO DAL GOVERNO”

La maggioranza è in fibrillazione. Prima il caso Lupi, poi la bocciatura dell’emendamento firmato Ncd sulla riforma della prescrizione hanno formato una crepa nei già difficili rapporti tra il partito di Alfano e quello di Renzi. I centristi temono di essere condannati all’irrilevanza politica, emarginati in un governo che somiglierebbe sempre più ad un monocolore Pd. Frutto del diverso peso degli alfaniani maturato nelle ultime Europee e del consenso in discesa libera. In queste ore si è parlato che di una possibile fuoriuscita di Ap (che comprende anche Udc) dall’esecutivo e di un appoggio esterno al governo. Ipotesi, però, smentita dallo stesso Alfano. “Non c’è nessuna possibilità che Ncd esca dall’esecutivo e poi di un sostegno da fuori” ha detto il ministro dell’Interno ad Agorà.

Sulle dimissioni in caso di indagini da parte dei sottosegretari ha ribadito: “Io sono un garantista noi crediamo nella presunzione di innocenza e non in quella di colpevolezza. Gli indagati sono del Pd, il Pd ha scelto la linea garantista di non farli dimettere, e noi che siamo garantisti, una volta che il Pd ha scelto una linea garantista, non possiamo che essere sulla stessa linea”. Il ministro dell’Interno è tornato poi sulle polemiche sulla prescrizione: “A chi frega di finire indagati magari a 40 anni ed essere assolti a 60? Il punto – ha detto – non è la prescrizione ma la durata dei processi: il cittadino deve sapere che c’e un momento in cui si dice e’ finita, non si puo’ essere indagati e poi eventualmente assolti 21 anni dopo”. Per Alfano, “occorre agire su due leve: aumentare la prescrizione, e noi siamo favorevoli, e ridurre i tempi dei processi, facendo si’ che la prescrizione non sia eterna”.