M5S, 39 emandamenti al Rosatellum bis: “Non garantisce governabilità”

Lo avevano detto, immediatamente dopo la sua presentazione, che il Rosatellum bis sarebbe stato una sorta di “anticinquestellum”. Anche per questo il M5S, nel giorno della presentazione degli emendamenti (39 da parte dei pentastellati, 321 in tutto), tenta di piazzare il colpo a effetto e porre una battuta d’arresto all’iter della legge e all’ascesa di Berlusconi, proponendo la non candidabilità: “A pena di inammissibilità della lista non può essere indicato quale capo della forza politica ai fini della presente dichiarazione chi, in base alle leggi vigenti al momento del deposito del programma elettorale, non possa essere candidato e non possa comunque ricoprire la carica di deputato”.

“Né governabilità né rappresentatività”

Una proposta che sembrerebbe mettere nel mirino l’ex premier Berlusconi (in quanto interessato dagli effetti della Legge Severino) e, più in generale, l’intesa fra Pd e Forza Italia. Il nuovo leader del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, ha fatto sapere che “questa nuova legge elettorale impedirà per sempre al M5S di andare al Governo”, poiché “favorisce le grandi ammucchiate con un meccanismo perverso per cui una forza politica come il Movimento, anche se dovesse prendere il 30% dei voti, non otterrà neanche il 15% dei seggi. E soprattutto permetterà ai partiti che perdono le elezioni di andare al Governo”. In sostanza, secondo il vicepresidente della Camera, “il Rosatellum bis è una legge che non garantisce né governabilità né rappresentatività”.

Di Maio: “Rosatellum esclude M5S”

Fra gli emendamenti presentati dai pentastellati, si annoverano proposte di modifica che andrebbero a introdurre le preferenze nei listini proporzionali e la previsione del voto disgiunto tra il candidato al collegio uninominale e le liste delle coalizioni a lui collegate, oltre all’eliminazione di coalizioni e scorporo. Ma, soprattutto, i grillini propongono una sorta di modello tedesco, con ripresa del precedente testo del Fianum, con in più il voto disgiunto: “L’unica cosa che il Rosatellum 2.0 garantisce – ha detto ancora Di Maio – è togliere di mezzo il M5S. Non a caso sono tutti d’accordo, Forza Italia, Pd, Alfano e Salvini…  Anche se dalle urne il Movimento dovesse risultare la prima forza politica del Paese, non potrebbe ottenere la maggioranza dei seggi e ambire a governare. Il voto espresso dagli italiani sarebbe irrimediabilmente compromesso. Questo si chiama attentato alla volontà popolare”.