La Giornata della Memoria, un'occasione per riflettere

Occasione di confronto con un passato oscuro, momento di riflessione sugli errori commessi e sulle responsabilità che, in quanto esseri umani, ognuno porta dentro di sé per quanto accaduto nella società di ieri. E, nondimeno, un'analisi attenta su ciò sospinse l'agire barbaro di chi architettò il massacro che, nel Giorno della Memoria, torna ogni volta a chiamarci in causa, a discernere, a capire. Questo il tema portante del volume Ben venga la propaganda – Suss l'ebreo di Veit Harlan e la critica cinematografica italiana (1940-1941) di Claudio Siniscalchi, docente di Storia del cinema presso l'Università Lumsa. E, dal cinema di ieri, il tema della propaganda antisemita può a maggior ragione essere traslato ai mezzi di comunicazione di massa moderni: “Chiaramente internet si presta maggiormente alla diffusione di questo tipo di sentimento. Basta vedere qualsiasi problema di altra natura: se si dà un'occhiata sul web si vedrà senza dubbio lo schieramento a favore di una piuttosto che dell'altra parte. Ormai sulla rete c'è tutto, associazioni, università, centri di ricerca, studiano la propaganda su questi mezzi. Sul cinema il problema, oggi come oggi, sembra non esserci ma il mezzo internet sembra fatto di proposito per favorire il dilagare di queste ideologie. Poi ovviamente c'è la censura ma i nuovi media sono un elemento da tenere sotto osservazione. E questa non è una questione che scopriamo ora, così come non ci sono dubbi sul fatto che siano un possibile veicolo di antisemitismo“.

Lo studio come antidoto

Un sentimento, quello antisemita, che continua anche oggi a manifestarsi in forme che rasentano da vicino i retaggi dell'odio, inficiando sulla memoria collettiva e assestando un duro colpo alla coscienza di chi, attraverso la storia, dovrebbe invece cercare di comprendere gli errori del passato e cancellare ogni ragione di intolleranza reciproca: “Partecipando alla Giornata della Memoria – ha spiegato ancora il professor Siniscalchi -, negli ultimi anni vedo un accendersi di polemiche dai toni molto più alti rispetto agli anni passati. Vedo molti commenti che si domandano se la Giornata serva per unirsi o per dividersi. Mentre prima ci siamo illusi che fosse un momento di riconciliazione, si ha ora l'impressione che porti a contrapporsi. Oggettivamente, quest'anno, sull'antisemitismo abbiamo avuto molte più discussioni che negli anni passati, a torto o a ragione. Si ha la sensazione che non fosse questo lo spirito della Gioranta della Memoria che, anzi, era quello di riflettere. E questa è l'occasione per ribadire che l'unico modo per contrastare l'antisemitismo è studiare, così come per il fascismo: il solo mezzo per combattere queste ideologie è studiarle per quello che sono state, anche se lo studio non significa raggiungere la verità assoluta ma quantomeno avvicinarsi. Anche le cose più riprovevoli possono essere studiate, perché ogni generazione deve fare i conti con il proprio passato, che non può essere considerato finito per sempre”.

Un'occasione

La Giornata della Memoria, in sostanza, non è solo una mera data volta a ricordare l'orrore commesso e subito nel recente passato dal nostro Occidente, ma una vera e propria occasione per dimostrare a noi stessi di essere realmente in grado di fare i conti con gli errori commessi, così da rispondere appieno al dovere del fare memoria, tralasciando le deleterie derive d'intolleranza e aprendo le coscienze al discernimento. “In particolare – ha concluso Siniscalchi – la Giornata dovrebbe servire agli studiosi: è fondamentale che sia un'occasione di approfondire uno snodo drammatico del nostro Paese, quello delle leggi razziali, nella sua complessità, senza demonizzazioni ma nello spirito della ricerca intellettuale e del confronto etico”.