Giornata Mondiale della vista: l’importanza dei controlli periodici per evitare le patologie oculari

Il dott. Giorgio Delorenzi spiega ad Interris.it quanto una cura attenta e periodica della vista possa prevenire alcuni disturbi oculari 

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Foto di Brands&People su Unsplash A destra il dr. Giorgio Dilorenzo

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel mondo almeno un un miliardo di persone soffrono di problemi di vista, che però con la giusta prevenzione potrebbero essere evitati. La disabilità visiva può colpire chiunque e ha un forte impatto sulla quotidianità.

L’intervista

In occasione della Giornata Mondiale della Vista, promossa dall’’OMS e dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, Interris.it ha intervistato il dottor Giorgio Delorenzi, specialista in oftalmologia che opera anche all’interno dei centri di Artemisia Lab.

Dottor Delorenzi, cosa significa prendersi cura della propria vista?

“Innanzitutto bisogna fare grande attenzione ai primi segnali di ‘défaillance’ e poi si dovrebbero adottare dei comportamenti giusti che non danneggino il funzionamento di questo importante senso. Per questo è importarte, a partire dall’infanzia, sottoporsi periodicamente al controllo della vista, in cui viene analizzato il fondale dell’occhio e viene misurata la pressione oculare”.

Lei ha la percezione che la vista venga trascurata?

“Certamente sì, basti pensare che molte persone si accontentano di avere un occhiale ben tarato e tralasciano altri esami che invece si rivelano essere fondamentali per prevenire l’insorgere di patologie oculari. Anche per questo motivo credo che si debba continuare a sensibilizzare con giornate come quella di oggi e si debba parlare di più di prevenzione”.

Alcune patologie potrebbero essere evitate?

“Capita di sentire alcune persone che dicono che il problema è sorto all’improvviso, ma in realtà nulla si manifesta dal nulla e se ci fosse stata una maggiore attenzione e cura della vista, con molta probabilità alcuni problemi si sarebbero potuti evitare. Penso per esempio a tutte quelle casistiche legate a delle patologie vascolari e metaboliche che si manifestano specialmente in chi ha atteggiamenti sbagliati come uso eccessivo di alcol, in chi fuma o chi semplicemente non controlla periodicamente la glicemia”.

Ci sono professioni che mettono a repentaglio il benessere della vista?

“Purtroppo sì e mi riferisco a chi per esempio durante il lavoro deve sempre indossare occhiali protettivi come per chi usa le saldatrici. Inoltre, anche tutte le professioni che prevedono un uso eccessivo del computer possono danneggiare e affaticare la vista. Anche in questi casi è fondamentale tutelarsi e sottoporsi a periodici controlli dallo specialista”.

Lo stress può avere degli effetti negativi sulla vista?

“Sì ed esiste proprio una patologia chiamata corioetinopatia sierosa centrale, che si ritiene sia favorita dalla presenza di stress. Si manifesta in genere attraverso sintomi come la sensazione di avere un velo davanti agli occhi, la riduzione dell’acuità visiva, la distorsione delle immagini e l’annebbiamento visivo”.

Quali sono le patologie tipiche dell’età senile?

“Quella più conosciuta è sicuramente la cataratta che è un’opacizzazione del cristallino e che può essere risolta con un intervento chirurgico. C’è poi la degenerazione maculare senile che può portare all’ipovedenza, ovvero la riduzione della capacità visiva centrale che non permette più di discriminare gli oggetti. Questa condizione rende il paziente incapace di svolgere attività normali come leggere un libro, guidare la macchina, guardare la televisione, condizionando così tutta la sua quotidianità”.

Si vedono sempre più bambini con gli occhiali. Ci sono dei fattori esterni che ne hanno aumentato l’incidenza?

“Fortunatamente no e il motivo per il quale molti bambini ricorrono all’uso degli occhiali è riconducibile al fatto che i genitori sono più attenti alla cura della vista e sottopongo i figli a periodici controlli già a partire dall’età pediatrica. Ci tengo a dire che la prima valutazione va fatta a 18 mesi, la seconda a 3 anni e poi, a meno che non siano emerse problematiche particolari, con cadenza annuale”.