India: assasssinata davanti casa Gauri Lankesh, la giornalista anti Modi

Gauri Lankesh, giornalista nota per le sue posizioni apertamente critiche nei confronti dell’induismo radicale e nazionalista, è stata uccisa a colpi di pistola davanti alla propria porta di casa. L’assassinio, una vera e propria esecuzione sommaria, è avvenuta martedì sera a Bangalore, nello stato federato del Karnataka (sud ovest dell’India) di cui è la capitale e la città più grande.

Nessun arresto

Come riportato dal Corriere della Sera, a sparare da distanza ravvicinata tre proiettili – due al petto e uno alla fronte – sono stati tre uomini non ancora identificati. Per la donna, 55 anni e responsabile del settimanale d’opposizione Lankesh Patrika, non c’è stato nulla da fare.

Lankesh era mal vista dai radicalisti indù perché non aveva mai nascosto la propria disapprovazione verso il movimento Hindutva, la concezione estremista dell’induismo, prima religione del Paese; nei suoi articoli aveva spesso attaccato anche il Partito Popolare Indiano (Bharatiya Janata Party, Bjp), la formazione nazionalista indù del Primo ministro Narendra Modi, al governo dal 2014. In particolare, nelle ultime settimane Lankesh aveva postato, sul suo account di Facebook, video critici nei riguardi delle politiche economiche attuate dal premier.

Marce di protesta

L’omicidio di Gauri Lankesh è stato accolto con dolore e rabbia in tutto il Paese: in migliaia hanno manifestato nei giorni scorsi in diverse città dell’India per condannare l’omicidio, visto come un attentato alla democrazia e alla libertà di espressione. I manifestanti hanno esposto cartelli con scritto “Potete uccidere le persone ma non le loro idee” o “Le pistole non metteranno a tacere le voci del dissenso”.

A Bangalore, sua città natale, si è tenuta una veglia davanti alla camera ardente. Il governatore dello Stato di Karnataka ha condannato pubblicamente l’omicidio dichiarando di essere “completamente scioccato” perché la giornalista era “un’avvocata della secolarizzazione ed una lottatrice contro le ingiustizie”. Contrariata anche l’associazione femminile All India Democratic Women (Aidwa) che ha chiesto indagini “immediate”.

Reporter Senza Frontiere

Indagini che solo difficilmente porteranno all’arresto dei tre assassini. Secondo Reporter Senza Frontiere, infatti, l’India si classifica al 136esimo posto mondiale per la libertà di stampa: dal 2010 sono stati uccisi 25 cronisti, ma mai nessuno è stato condannato per gli omicidi.