Furlan: “Indispensabile la flessibilità nell’accesso alle pensioni”

Occorre “ripristinare una certa flessibilità in uscita e tenere conto che non tutti i lavori e non tutti i lavoratori sono uguali”, questo è quanto affermato dalla segretaria generale della Cisl Anna Maria Furlan, la quale ha spiegato come le persone abbiano esigenze differenti in base al contesto in cui si ritrovano ad operare, che può essere condizionato dalla fatica o dai cambiamenti dell’organizzazione e dei sistemi produttivi. E’ necessario consentire la possibilità “di scegliere liberamente il momento di uscita dal lavoro”.

Rilanciando la proposta di una probabile reintroduzione della pensione di anzianità, la Furlan incalza sulla necessità che ha il lavoratore di accedere al pensionamento dopo aver maturato un determinato numero di anni di contribuzione effettiva in combinazione ad una determinata età anagrafica.

Il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano infatti ha presentato il nuovo meccanismo “Quota 100”, ovvero la possibilità di lasciare il lavoro e ricorrere al pensionamento con un minimo di 60 anni di età e 35 anni di contributi versati. La segretaria generale della Cisl si è mostrata favorevole a riguardo ma ha voluto sottolineare l’importanza di tener conto delle dovute distinzioni dei lavori e dei lavoratori.

L’altro problema che sottolinea la Furlan è la stangata sulla previdenza complementare. La finanziaria 2015 rischia di far danni anche nel campo previdenziale, grazie all’aumento delle tasse sui fondi pensione. “L’impatto della nuova aliquota balzata in un sol colpo dall’11,5 al 20% sarà quello di assottigliare l’assegno integrativo nel futuro.” Di fronte a tali previsioni di impoverimento, la segretaria generale della Cisl rinnova l’invito a trovare nuove soluzioni.