Festa del Cinema, la Camera di Commercio riduce i finanziamenti: “Criticità strutturali”

Sarà una Festa del Cinema decisamente ridimensionata quella che avrà luogo per la 12esima volta nella Capitale dal 26 ottobre al 5 novembre prossimi. La Camera di Commercio, infatti, ha deciso per una sensibile riduzione dei fondi destinati all’organizzazione dell’evento: dai 793 mila euro forniti come contributo nell’anno 2016, si passerà infatti ad appena 100 mila per la Festa in programma quattro mesi. Un taglio piuttosto consistente operato dalla Camera, giustificato dagli scarsi proventi messi in bilancio relativo all’anno passato, corrispondenti a un utile di circa 2300 euro. Troppo poco per consentire un investimento corposo come nelle precedenti edizioni, considerando la quasi impossibilità da parte della Fondazione “Cinema per Roma” di sopperire a eventuali ulteriori perdite. Via, quindi, a “un percorso di ristrutturazione anche a livello organizzativo tale da permettere il raggiungimento di un necessario equilibrio economico e finanziario”.

Criticità strutturale

Come specificato dai revisori contabili della Fondazione, “il bilancio 2016 della Fondazione si chiude con un sostanziale pareggio esclusivamente grazie all’utilizzo del fondo rischi per un importo di 352.364 euro”. Una cifra che ha consentito sì l’approvazione comunale ma, allo stesso tempo, ha evidenziato la forte necessità, da parte della Fondazione, di un sostanzioso intervento delle risorse pubbliche mettendo in risalto “la criticità strutturale della Fondazione in quanto il suo patrimonio risulta sempre esiguo rispetto al volume dell’attivo”. Per questo al tavolo dei soci (tra i quali la stessa Cdc) è stato necessario “ridurre il volume delle attività organizzate dalla Fondazione”.

Tra cinema e riorganizzazione

Di conseguenza, la prossima Festa del Cinema potrebbe salutare quasi del tutto i progetti del “CityFest” e la Sala “Santa Cecilia” dell’Auditorium, vedendo ridotti anche gli eventi e le date in cartello (45 film in 9 giorni). Il tutto, come specificato, con “la necessaria accortezza per identificare la migliore strategia di comunicazione che trasformi un’eventuale riduzione in opportunità”. Ovviamente, la mission di contrazione delle spese costringerà la Fondazione a un’organizzazione fortemente rivisitata, cercando allo stesso tempo di mantenere per quanto possibile uno standard accettabile nell’offerta. Un obiettivo non certo da poco anche in considerazione dell’esperienza passata, sfociata in una evidente esiguità dell’utile 2016 (2.298 euro) rispetto le spese di produzione (6,2 milioni).