Giustizia sociale: ecco da dove ripartire

Si celebra oggi la Giornata mondiale della Giustizia sociale. Stiamo vivendo una gravissima situazione e, guardando alle attuali tendenze del mercato del lavoro la situazione non è delle migliori. La crescita dell’occupazione globale sarà solo dell’1,0% nel 2023, meno della metà del livello del 2022. Più di 200 milioni di lavoratori vivono in condizioni di povertà assoluta. In una dichiarazione in occasione di questa giornata, il Direttore generale dell’Ilo, Gilbert F. Houngbo ha sottolineato la necessità di rimettere al centro il lavoro dignitoso e la giustizia sociale.

E’ un tema urgente, dobbiamo creare un nuovo contratto sociale su scala mondiale. Le prospettive del mercato del lavoro sono tristemente nefaste. Sul rallentamento dell’economia non ha influito solo la crisi economica post Covid-19, la situazione è stata acutizzata anche dalla crisi energetica a causa dei conflitti nel mondo, ma in particolar modo dalla guerra in Ucraina. Questo sta spingendo le persone ad accettare anche lavori di bassa qualità con tutte le conseguenze che si trascina dietro: meno diritti, meno protezione sociale e, così, si allargano anche gli argini dello sfruttamento del lavoro.

La giustizia sociale è tutto il contrario di questo: si basa sul rispetto dei diritti umani, indipendentemente dal genere, dalla religione. Ci sono due fenomeni che in questo momento stanno dando vita ad una miscela catastrofica: da un lato lo scivolamento nella povertà dei lavoratori, dall’altro l’inflazione che sta aumentando a velocità incredibile. I Paesi più poveri rischiano di pagare un prezzo più alto, ma stiamo assistendo a un aumento della povertà assoluta per tutti i lavoratori.

La qualità del lavoro deve essere posta in cima alla lista delle priorità, ma in questo momento storico c’è molta preoccupazione. Senza lavoro dignitoso non c’è giustizia sociale. Fino al 2019, ossia prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, la povertà assoluta era in costante diminuzione, si registrava un miglioramento della condizione dei lavoratori. Nel 2021 e nel 2022, le condizioni di lavoro sono peggiorate, situazione aggravata dall’aumento dell’inflazione.

Un altro elemento da tenere in cosiderazione è il deterioramente del mercato del lavoro. Le persone sono disperate e accettano anche lavori che offrono minori garanzie. Come è possibile recuperare? Ogni continente ha la sua andatura e in Europa a rallentare – se non arretrare – questo percorso è la guerra in Ucraina che ha creato una sorta di binari paralleli di fenomeni economici che andranno a pesare sulle famiglie. Da un lato troviamo la riduzione della capacità di acquisto e l’inflazione che ha fatto raddoppiare i prezzi. Questa situazione ci preoccupa e non poco. Oggi più che mai, è necessario che i governi si impegnino affinché tutte le persone abbiano un lavoro dignitoso, la protezione sociale e pari diritti. Solo attraverso la giustizia sociale, come ha più volte sottolineato il direttore Houngbo, è possibile raggiungere la pace.