Il nucleo fondamentale di ogni società umana: la famiglia

Utero in affitto e pornografia, inverno demografico e famiglia fondata sul matrimonio. Papa Francesco torna sui grandi temi antropologici che scuotono la nostra era in occasione dell’Udienza in Vaticano ai rappresentanti della Fafce (Federazione delle Associazioni Familiari Cattoliche in Europa) che celebrano il suo 25.mo anniversario.

Il Papa nel suo discorso parla anche di pandemia, pace e individualismo e connette tutte queste sfide con la dignità dell’essere umano. Il Santo Padre evidenzia quindi come la mentalità di oggi porta a pensare ai figli come “una mancanza di responsabilità nei confronti del Creato”, provocando un calo demografico che sta facendo “invecchiare” l’Europa. “Questo inverno demografico è grave, per favore state attenti – ha aggiunto – è gravissimo in Europa e soprattutto in Italia”. Poi lancia anche l’allarme sulla pornografia definita “attacco permanente alla dignità dell’uomo e della donna”. Il Papa delinea anche le caratteristiche insidiose di questa minaccia “diffusa ormai ovunque tramite la rete”.  “Si tratta non soltanto di proteggere i bambini – compito urgente delle autorità e di noi tutti – ma anche di dichiarare la pornografia come una minaccia per la salute pubblica – ha aggiunto Francesco -. Sarebbe una grave illusione pensare che una società in cui il consumo abnorme del sesso nella rete dilaga fra gli adulti sia poi capace di proteggere efficacemente i minori”.

Il riferimento all’iper-sessualizzazione della società, che mercifica i corpi e banalizza le relazioni è evidente, così come non ha bisogno di spiegazioni la netta condanna della cosiddetta maternità surrogata (termine usato da chi svuole sminuire la brutalità della pratica). Il Pontefice parla di “pratica inumana e sempre più diffusa dell’utero in affitto”, in cui “le donne, quasi sempre povere, sono sfruttate, e i bambini sono trattati come merce”.

Tutto si collega all’essenza delle relazioni umane, all’origine primigenia della vita inquinata dalla mercificazione dei corpi e dei sentimenti per dare risposta a desideri senza limiti. Per questo il Papa torna sul nucleo fondamentale di ogni società umana: la famiglia. Francesco riflette sull’”amore reciproco tra l’uomo e la donna” che “è riflesso dell’amore assoluto e indefettibile con cui Dio ama l’essere umano, destinato ad essere fecondo e a realizzarsi nell’opera comune dell’ordine sociale e della custodia del creato”. Il Pontefice evidenzia quindi che “la famiglia fondata sul matrimonio è, dunque, al centro”. “È la prima cellula delle nostre comunità – continua Francesco – e dev’essere riconosciuta come tale, nella sua funzione generativa, unica e irrinunciabile. Non perché sia un’entità ideale e perfetta, no! Non perché sia un modello ideologico, no! Ma perché rappresenta il luogo naturale delle prime relazioni e della generazione”.

L’orizzonte tracciato dal discorso di Francesco attraversa tutte le grandi sfide delle società secolarizzate, quei temi che Benedetto XVI aveva definito valori non negoziabili. Il Papa auspica che le famiglie facciano un fronte comune di fronte a queste problematiche e per fare questo “è urgente che le Chiese locali, in Europa e non solo, si aprano all’azione dei laici e delle famiglie che accompagnano famiglie”. Con l’intervento di ieri, Francesco ha di nuovo dimostrato che la sua attenzione per il creato mette al centro l’uomo e il diritto naturale, che la proposta di sviluppo integrale della Chiesa parte della tutela delle relazioni umane più profonde, come quelle che legano la madre con il bambino che porta nel suo grembo. Ancora una volta sono state smentite le opposte fazioni che strumentalizzano il Papa per farlo rientrare in categorie sociali e politiche troppo miopi per comprendere il vero bene comune che eleva le miserie dell’umanità.