Renzi: “Lascio la guida del Pd”

Matteo Renzi ha annunciato le sue dimissioni da segretario del Pd. Dopo aver ammesso la sconfitta del centrosinistra alle elezioni politiche, in conferenza stampa al Nazareno, il leader dem ha annunciato: “E' ovvio che io lasci la guida del Pd e come previsto dallo Statuto ho già chiesto di convocare una Assemblea nazionale per aprire la fase congressuale. Questo accadrà al termine della fase di insediamento del nuovo Parlamento e la formazione del nuovo governo”. 

Dimissioni

Il passo indietro di Renzi è stato chiaro sin dalle prime battute. “Abbiamo riconosciuto che si tratta di una sconfitta netta che ci impone di aprire una pagina nuova all'interno del Pd – ha esordito -. Siamo orgogliosi dello straordinario lavoro di questi anni”. Rispetto al post referendum, quando l'allora premier si presentò a Palazzo Chigi visibilmente provato dalla sconfitta, Renzi questa volta è subito passato al contrattacco. E proprio sulla consultazione del 2016 ha sfidato centrodestra e Movimento 5 Stelle, osservando: “Chi oggi ha vinto non ha i numeri per governare. Coloro i quali si sono opposti alla riforma, più di un anno, fa oggi sono vittime di quel modello“. Poi una precisazione su possibili apparentamenti con gli avversari: “Abbiamo detto in campagna elettorale no a un governo con gli estremisti. Non abbiamo cambiato idea nel giro di 48 ore”. E ancora: “Non faremo mai accordi”. Durissimo il messaggio ai Cinque Stelle: “Se noi siamo quelli 'con le mani sporche di sangue', fate il governo senza di noi. Il Pd, nato contro i caminetti e le forze antisistema, non diventerà la stampella per le forze antisistema, magari con decisioni prese a porte chiuse”. 

Il Pd

Il secondo affondo, Renzi lo ha riservato al suo stesso partito. “In questa campagna elettorale siamo stati fin troppo tecnici – ha spiegato – se a questo si somma l'evidenza di un vento estremista che nel 2014 siamo riusciti a incanalare, comprendiamo come il risultato sia davvero deludente“. Per ripartire, ha sottolineato, serve un “congresso che a un certo punto permette alla leadership di fare ciò per cui è stato eletto. Non un reggente scelto da un 'caminetto', ma un segretario scelto dalle primarie“. Renzi ha promesso “un'opposizione che non si attaccherà alle fake news e non pedinerà gli avversari. Ci riprendiamo la libertà di fare la politica al di fuori dai perimetri dei palazzi. Vorrei dire grazie a tutti i candidati soprattutto a quelli che non ce l'hanno fatta. Con i volontari e i militanti e tutto il mondo del Pd diremo sì a quello che serve al Paese, e diremo no agli inciuci; no ai caminetti ristretti di qualcuno che immagina di poter considerare il Pd come luogo di confronto solo di gruppi dirigenti; no a ogni forma di estremismo. E' stata una campagna elettorale finita male, con uno strano rapporto con la realtà