Ernest Simoni, la voce dei martiri

Un racconto già noto. Ma sentire direttamente da un protagonista la testimonianza di quella che è stata una delle più dure e feroci persecuzioni anticristiane messe in atto dai comunisti nel secolo scorso suscita sempre una grande emozione. E' avvenuto anche in occasione dell'incontro organizzato all'Università Gregoriana. Il cardinale Ernest Simoni, alla soglia dei 90 anni (“ma sono giovane, eh” ha scherzato) ha ripetuto la sua storia e quella di tanti martiri albanesi sotto la dittatura di Enver Hoxha durante la conferenza sulla persecuzione della Chiesa in Albania. Accanto a lui Majlinda Dodaj, capo missione dell’Ambasciata d’Albania presso la Santa Sede, e Mimmo Muolo, il giornalista di Avvenire che ha raccolto in un libro la biografia del sacerdote sopravvissuto alle torture e alla prigionia fino all'incontro con Papa Francesco.

Una storia nota, si diceva. Don Ernest fu arrestato nella notte di Natale del 1963, al termine della Messa celebrata nel villaggio di Barbullush. Tre le accuse: aver celebrato messe in suffragio di Kennedy, assassinato poche settimane prima, aver praticato esorcismi, aver tenuto in casa riviste sull'Unione Sovietica, non gradite al regime che si stava avvicinando alla Cina. Nelle camere di tortura di Scutari gli vengono serrati i polsi fin quasi a farlo collassare. Viene messo in cella con un amico che aveva addosso microspie per fargli registrare eventuali parole di rabbia nei confronti del regime. Niente: don Ernest dice di pregare per Hoxha e di perdonare i persecutori. La condanna a morte viene commutata in 25 anni di lavori forzati, che poi diventeranno 28: 6 in una cava, 12 nelle miniere, il resto nelle fogne di Scutari. Ma don Ernest continua il suo ministero. Come? “Con la grazia di Dio siamo andati avanti, con la preghiera, con l'amore alla Madonna, recitando il Rosario clandestinamente” ha raccontato. E anche celebrando la Messa clandestinamente, con il vino ricavato dalla spremitura di alcuni acini d'uva. Il cardinale, nella sua grande semplicità, una caratteristica che non si può fare a meno di notare e apprezzare, non si stanca di ripetere l'”amore che Dio ha per noi“, “la mano di Dio è con chi ama i poveri”.

E ora che la situazione è cambiata? Il cardinale ripete le parole di Gesù: “Bisogna pregare senza stancarsi, perché la vita è passeggera, la materia rimane quaggiù…”. Il cardinale Simoni è un sopravvissuto. Quando sono stati beatificati 38 martiri albanesi, nel 2016, ha portato all'altare le loro reliquie. Tra questi testimoni della fede c'erano amici e compagni del cardinale. E forse la migliore spiegazione del motivo per cui la Provvidenza ha tenuto in vita Simoni tra tante sofferenze l'ha data don Artur, un sacerdote albanese che lo conosce da tempo: “Don Ernest è la voce dei martiri e dell'Albania“.