Reggio Calabria: nuovi arresti per i presunti brogli elettorali del 2020

Svelato il "metodo Castorina" per per far risultare il voto degli anziani che non si erano però mai recati ai seggi per le amministrative

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Si allarga l’inchiesta sui brogli elettorali alle ultime comunali di Reggio Calabria del 2020. A tre mesi dall’arresto di Antonino Castorina, campione di preferenze del Pd finito ai domiciliari con l’accusa di aver raccolto i voti di anziani inconsapevoli o morti da tempo, altre 5 persone sono finite ai domiciliari, mentre una sesta è stata interdetta dalle pubbliche funzioni.

Su richiesta del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dei sostituti Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo, il gip Stefania Rachele ha infatti disposto stamani cinque arresti domiciliari e una misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico. E c’è di nuovo il consigliere comunale Castorina tra le cinque persone arrestate oggi.

Gli altri indagati

Gli altri indagati fanno parte del suo entourage e c’è anche un assessore dell’attuale Giunta comunale, Demetrio Delfino, che – scrive Ansa – è coinvolto nell’inchiesta in qualità di ex consigliere comunale – poi rieletto e nominato assessore – in relazione alla nomina di Antonino Castorina, avvenuta nel gennaio 2018, a componente della commissione elettorale comunale.

Nell’inchiesta è indagato anche il presidente di seggio Carmelo Giustra, già arrestato nel dicembre scorso. Il gip Rachele ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare anche per Giuseppe Saraceno, zio acquisito dell’esponente del Pd Castorina, Simone D’Ascola, Francesco Laganà e per il giornalista Antonio Fortunato Morelli. Tutti facevano parte dell’entourage di Castorina. Il gip ha disposto anche l’interdizione della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per il segretario della commissione elettorale comunale Antonino Covani.

L’accordo con Castorina

L’indagine di oggi è il risultato dei riscontri alle dichiarazioni del presidente di seggio Carmelo Giustra, arrestato a dicembre assieme a Castorina. Ai pm e al gip che lo hanno sentito durante l’interrogatorio di garanzia, infatti, Giustra ha raccontato come è stato nominato presidente di seggio ma anche che c’era un vero e proprio “accordo con Castorina”.

Proprio l’esponente politico gli aveva consegnato la nomina direttamente nella sua segreteria il venerdì prima delle elezioni. Una persona incontrata all’interno della segreteria di Castorina, invece, sempre secondo il racconto di Giustra, gli avrebbe dato una lista di nomi di anziani con i rispettivi numeri di duplicati delle tessere elettorali che egli avrebbe dovuto inserire nel registro del seggio.

Le accuse

Tutti gli indagati sono accusati, a vario titolo, di diverse ipotesi di alterazione del voto, falsità ideologica in atto pubblico ed abuso d’ufficio. Si tratta dei soggetti che avrebbero aiutato il consigliere comunale a reperire le copie delle tessere elettorali che poi sono state utilizzate per far risultare il voto degli anziani che non si sono mai recati al seggio.