Santa Margherita di Antiochia e la leggenda del drago

Santa Margherita di Antiochia, vergine e martire, nasce ad Antiochia alla fine del III secolo e muore ad Antiochia nel 307.

Vita

E’ figlia di un sacerdote pagano di nome Edesimo. Rimasta orfana di madre, viene affidata ad una nutrice cristiana, che oltre ad istruirla alla fede di Cristo la porta al battesimo e ne custodisce la verginità. E’ il periodo delle persecuzioni dei cristiani da parte di Massimiano e Diocleziano. Da adolescente chiede al Signore la forza di imitare i numerosi martiri cristiani che ammira profondamente. Mentre porta al pascolo le greggi, viene vista dal governatore della provincia, un certo Olibrio, che rimane incantato dalla sua bellezza e subito si dichiara disposto a sposarla.

Margherita con coraggio e decisione gli dice che è cristiana e non disposta a sposarsi perché consacrata a Cristo col voto di verginità perpetua. Olibrio visto che le promesse più allettanti non ottengono nessun risultato, comincia a fare terribili minacce. Nulla riesce a farle cambiare idea. Si passa ad una prima serie di torture: le vengono lacerati i fianchi con unghie di ferro con abbondanti perdita di sangue. Poi viene rinchiusa in una prigione senza luce dove deve subire anche gli attacchi del demonio che le appare sotto la specie di un drago circondato da serpenti che cerca di divorarla e che abbatte col semplice segno della croce. Fatta uscire dalla prigione, viene sottoposta ad un ulteriore processo durante il quale rimane salda nella sua fede. Allora subisce altre torture: viene sospesa sopra le fiamme e poi viene gettata in acqua fredda, chiede l’aiuto dello Spirito Santo per purificarsi e fortificarsi.

Avvenimenti e aneddoti

Una leggenda dice che il demonio sotto la forma di drago, inghiotte Margherita che riesce però ad uscire dal ventre del mostro con un semplice segno di croce. Un’altra leggenda afferma che si serve di una croce che tiene tra le mani per aprire il ventre del suo aggressore. Da questo episodio nasce la tradizione di considerarla la protettrice delle gestanti che devono affrontare un parto particolarmente difficile.

Morte

Poiché nessuna delle terribili torture subite le ha provocato alcun danno fisico, viene condannata alla decapitazione che avviene fuori città. Nel 308 parte delle sue reliquie vengono portate a San Pietro della Valle sulle rive del lago di Bolsena e poi trasferite nel 1145 nella Cattedrale di Montefiascone e nel 1213 alcune di esse vengono portate a Venezia. E’ la patrona oltre che delle partorienti, anche dei moribondi.

Tratto dal libro “I santi ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi