GIALLO SULL’ARRESTO DI DOSSENA AD HARRODS. LUI:” SMENTISCO TUTTO”

Il calciatore Andrea Dossena è stato arrestato per taccheggio da “Harrods” a Londra. L’ex esterno di Udinese, Napoli, Palermo, oltre che di Liverpool e Sunderland, oggi in forza al Leyton Orient in League One, la terza divisione inglese, è stato infatti fermato nel più famoso grande magazzino di Londra insieme alla compagna. La coppia è stati poi rilasciata su cauzione.

Sono varie e discordanti però le voci che ora girano sull’accaduto, stando infatti al “Liverpool Echo”, il calciatore sarebbe stato il figlio a portare via un libro senza che i due se ne accorgessero. “Erano andati a fare spese da Harrods e il loro bambino aveva la sua borsa, ci ha messo dentro un libro per ragazzi e quando sono usciti è scattato l’allarme – ha spiegato Gary Sloane, agente di Dossena – Andrea e la moglie non avevano la carta d’identità con loro per cui sono dovuti andare in commissariato perché fossero verificate le loro generalità”.

“Bresaola e miele senza scontrino – scrive un altro giornale – . Dossena si trovava da Harrods insieme alla moglie e al figlio che a un certo punto ha iniziato a manifestare segnali di insofferenza, costringendo i genitori ad avvicinarsi all’uscita del magazzino. Lì sarebbe scattato il dispositivo antitaccheggio su merce di poco valore che la coppia doveva ancora pagare. Da lì, è scattato immediatamente il fermo per la coppia: entrambi sarebbero stati portati alla stazione di polizia di Londra Ovest, prima di essere rilasciati”. Il procuratore del giocatore Federico Pastorello, però, certo che il giocatore non abbia rubato nulla, ha provato a fare luce sulla vicenda pubblicando sui social le parole del suo assistito: “In merito alle notizie pubblicate da alcuni siti web, vorrei chiarire che la storia così come riportata è infondata. – ha spiegato il giocatore – Ero ad Harrods con mia moglie e mio figlio per fare shopping e ho dimenticato di pagare un barattolo di miele e della carne che avevamo ordinato. Inconsapevole, ero uscito dai magazzini, ma sono stato fermato dalle guardie di sicurezza che hanno poi avvertito la polizia come normale procedura. Visto che non avevo documenti di identità con me, mi è stato chiesto di andare alla stazione di polizia più vicina per l’identificazione. Subito dopo sono potuto tornare a casa. Ho dato mandato ai miei avvocati di proteggere la mia immagine con ogni azione legale necessaria nei confronti di chi ha riportato la notizia in maniera inesatta”.