Grecia. Processo Alba Dorata: ha agito come “organizzazione criminale”

Una condanna per omicidio. Manifestazione di oltre 15.000 persone fuori dal Tribunale.

Fonte: ANSA

Dopo un processo durato cinque anni e mezzo, si è giunti al verdetto. Il Tribunale di Atene ha dichiarato che il fondatore e leader di Alba Dorata, Nikolaos Michaloliakos, il 62enne negazionista della Shoah e ammiratore del nazionalsocialismo, “è a capo di una organizzazione criminale” e, inoltre, ha condannato un membro del partito neonazista greco ,rappresentato in Parlamento dal 2012 al 2019, per l’omicidio di un rapper antifascista avvenuto nel 2013.

Verranno annunciati separatamente dalla corte i verdetti per gli altri imputati del partito, compresa la leadership. I giudici hanno dichiarato sette ex parlamentari del partito, incluso il leader del movimento Nikos Michaloliakos, colpevoli di aver guidato una organizzazione criminale. Mentre gli altri deputati sono stati giudicati colpevoli di avervi partecipato. La lettura della sentenza è stata accolta dal pubblico in aula e dalla folla all’esterno con un’esplosione di applausi e di urla di gioia.
Dalle indagini era emerso che il partito agiva come gruppo paramilitare, con ordini pronunciati dalla leadership del partito e diretti a organizzazioni di quartiere e gruppi d’assalto che attaccavano i migranti, spesso causando loro gravi ferite. La Procura, nel corso del processo, aveva chiesto il proscioglimento di molti membri del partito per l’accusa di organizzazione criminale, sostenendo la mancanza di prove.
Davanti al Palazzo di giustizia di Atene, dopo il verdetto del tribunale, ci sono stati scontri tra polizia e manifestanti. Gli agenti hanno usato gas lacrimogeni e un cannone ad acqua per disperdere un gruppo di dimostranti, che ha attaccato la polizia con bombe molotov nel corso di una manifestazione a cui hanno preso parte più di 15.000 persone, con striscioni con scritte come ‘Fyssas vive, schiacciamo i nazisti’ e slogan tra cui: “vogliamo i nazisti in galera”.

Michaloliakos era uno dei 68 imputati nel processo al partito neonazista, coinvolto in un omicidio e due tentativi di omicidio. Il leader di Alba Dorata, che non era presente in Tribunale, e altri sei membri di spicco ed ex parlamentari sono già stati giudicati colpevoli di essere a capo dell’organizzazione criminale. Gli accusati hanno rigettato tutte le accuse. Soltanto Giorgos Roupakias, membro operativo di Alba Dorata, ha confessato l’accoltellamento di Pavlos Fyssas, un popolare rapper e attivista di sinistra, la cui morte ha innescato il disfacimento del gruppo. Nella notte del 18 settembre 2013, Fyssas, 34 anni, era stato ucciso all’arma bianca davanti a un bar nel suo quartiere, Keratsini, alla periferia ovest di Atene. Ora il reo cofesso l’assassino rischia l’ergastolo.
Solo 11 dei 68 imputati si sono presentati in aula per il verdetto, i restanti sono stati rappresentati dai loro legali. Nessuno degli ex deputati del partito d’ispirazione neonazista era presente.
In tutta la Grecia, nelle scorse settimane c’è stata una forte mobilitazione perché si arrivasse a una sentenza di condanna che riguardasse l’intero movimento.