Dopo il suicidio di Nisman, gli interrogativi della presidente Kirchner

A poco più di un giorno di distanza dalla morte del procuratore Alberto Nisman, la presidente della Repubblica Argentina, Cristina Kirchner, ha pubblicato una lettera sul suo profilo personale di Facebook dal titolo “Amia. Ancora una: tragedia, confusione, bugie e domande”. Nisman infatti aveva pubblicamente accusato la Kirchner di essere responsabile dell’occultamento di alcuni accordi segreti con l’Iran, Paese ritenuto responsabile dell’attentato alla “Asociacion Mutual Israelita Argentina” (Amia), avvenuto nel 1994. In quell’occasione morirono 85 persone.

“La morte di una persona, sempre causa dolore tra i suoi familiari, e costernazione nel resto. Il suicidio provoca, inoltre, in tutti i casi, primo stupore, e dopo domande. – scrive la Kirchner nel post di Facebook – Che cosa ha portato una persona a prendere la terribile decisione di togliersi la vita?” sono molti gli interrogativi che si pone la presidente argentina riguardo alla morte del giudice, ad esempio come mai fosse in possesso di una pistola di ordinanza – presumibilmente per difesa – quando viveva in un palazzo con vigilanza privata e codici di sicurezza per entrare.

“Chi ha ordinato al Procuratore di rientrare nel Paese quando si trovava in ferie dal 1 gennaio e doveva rimanere assente fino al 20?”. Una serie di domande che non trovano risposta, a differenza degli esami medici condotti sul cadavere del Procuratore. È stato eseguito infatti un test per verificare la presenza di polvere da sparo sulla mano di Nisman, in modo da determinare se è stato lui ad esplodere il colpo. Secondo i medici legali “sfortunatamente il test è negativo. Ma non è un risultato inaspettato visto il piccolo calibro dell’arma”.