Lavoratori dello spettacolo in protesta: occupato il Globe Theatre di Roma

Mazza (FIMI): "Se si può accedere a uno stadio con 16 mila persone per il calcio deve essere possibile anche per un concerto. Il mondo della cultura non può essere trattato così"

La protesta dei lavoratori dello spettacolo

I lavoratori dello spettacolo, tra i più colpiti dalle chiusure anti-Covid, scendono in piazza per protestare. A Roma un gruppo di loro ha occupato stamani il Silvano Toti Globe Theatre di Villa Borghese.

Dopo più di un anno dal blocco degli spettacoli dal vivo [QUI la testimonianza di Renzo Arbore per In Terris, ndr] chiediamo una riforma strutturale del settore – scrivono su Fb -. Non vogliamo una riapertura senza sicurezza, che ci faccia ripiombare in un mondo del lavoro ancora più incerto e privo di garanzie. Riapriamo questo spazio a tutte le precarie, a tutti gli sfruttati, per riappropriarci di un tempo di confronto e autoformazione”. Gli occupanti assicurano che “tutto si sta svolgendo nel rispetto delle disposizioni sanitarie” e che si sono sottoposti a tampone.

Il teatro di Gigi Proietti

Il Silvano Toti Globe Theatre è un teatro di Roma che ricostruisce filologicamente il Globe Theatre di Londra, il più famoso teatro del periodo elisabettiano. La struttura fu costruita nel 2003, in tre mesi di lavori, all’interno dei giardini di Villa Borghese, che in quell’anno festeggiava i 100 anni come parco cittadino. Fu realizzata dal comune di Roma sulla base di un’idea iniziale di Gigi Proietti e grazie ai finanziamenti della Fondazione Silvano Toti.

Mazza (FIMI): “Sì alla riapertura stadi e no ai concerti. Ridicolo”

Dopo l’ok di ieri del Governo a riaprire lo Stadio Olimpico con il 25% di posti occupati per i prossimi Europei di calcio, il ceo della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI), Enzo Mazza commenta: “Se si può accedere a uno stadio con 16 mila persone per il calcio deve essere possibile anche per un concerto. E’ una questione di principio, il mondo della cultura non può essere trattato così”.

“È evidente che siamo di fronte a una farsa – ribadisce Mazza su TgSky24 -. Si dibatte su protocolli stringenti sui quali dovrebbe esprimersi il CTS, per consentire quest’estate eventi musicali con mille o poco più persone all’aperto e nello stesso momento si approva un piano per l’accesso di oltre 16 mila persone all’Olimpico in occasione degli Europei di calcio? I danni causati al mondo dello spettacolo e della musica dal vivo dopo oltre un anno di pandemia e restrizioni – sottolinea Mazza – sono immensi. Un settore distrutto, lavoratori dispersi e senza risorse, piccoli club che hanno chiuso per sempre e ora si scopre che una decisione politica può derogare alle restrizioni sanitarie? È ridicolo”.