La Terra ha la febbre, uragani e devastazioni

Mentre l’emisfero occidentale è devastato da un tifone, il Parlamento europeo approva, con procedura lampo, la ratifica dell’accordo sul clima, siglato lo scorso dicembre alla Cop21 di Parigi. Dopo Usa, Cina e India (principali Paesi inquinatori) infatti anche l’Europa notificherà all’Onu, venerdì, la ratifica che consente l’entrata in vigore dell’intesa 30 giorni dopo, prima della summit sul clima di Marrakech che comincerà il 7 novembre prossimo. “Oggi l’Ue ha trasformato l’ambizione climatica in azione climatica”, ha detto il presidente della Commissione europea, Juncker.

Mai la Terra così calda

Un imperativo categorico, quello di cambiare l’approccio sul clima. Calda come oggi, la Terra non lo era più stata da 115mila anni. La sua febbre è sintomo ed effetto del cambiamento climatico causato dall’uomo, che avrà conseguenze tanto più serie e persistenti quanto più si rimanderà il taglio delle emissioni di gas serra. Per questo occorre mettere subito un freno all’uso dei combustibili fossili, anche con l’introduzione di tasse apposite. Il peso dell’inazione, altrimenti, ricadrà sui bambini di oggi, che da adulti si troveranno a combattere una battaglia contro la CO2 difficile da vincere. A delineare il quadro, non certo incoraggiante, è uno studio scritto dall’ex climatologo della Nasa James Hansen insieme ad altri 11 esperti in materia.

La temperatura globale, evidenziano, ha raggiunto un livello che sulla Terra non si vedeva dall’Eemiano, il periodo interglaciale datato tra i 130mila e 115mila anni fa, durante cui il livello del mare era di 6-9 metri più alto rispetto ad oggi. Negli ultimi 40 anni il termometro del Pianeta sta salendo a un ritmo di 0,18 gradi centigradi per decennio. Il 2016 potrebbe chiudersi con una temperatura di 1,25 gradi più alta rispetto ai livelli preindustriali.

Per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, come prevede l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi, si renderebbe quindi necessario il ricorso alle cosiddette “emissioni negative”, occorre cioè togliere l’anidride carbonica dall’atmosfera. Se lo stop ai combustibili fossili sarà tempestivo – spiegano i ricercatori statunitensi – per rimuovere la CO2 basteranno soluzioni semplici come la riforestazione. In caso contrario, sulle spalle dei giovani ricadrà il peso di dover mettere in campo tecnologie complesse, che avranno un costo minimo stimato tra i 154mila e i 570mila miliardi di dollari nel corso di questo secolo.

Il tandem Obama-Di Caprio

Nei giorni scorsi il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in tandem con l’attore Leonardo Di Caprio ribadisce il suo appello per la lotta ai cambiamenti climatici e ne sottolinea l’urgenza affermando: “E’ una corsa contro il tempo”. Ma confermandosi ottimista, sebbene con cautela, ha incalzato: “La buona notizia e che possiamo ancora farcela”. La presenza di Di Caprio all’evento in forma di ‘festival’ tra tecnologia e musica non e’ casuale, l’attore ha infatti da poco ultimato la realizzazione di un film proprio sui cambiamenti climatici, ammettendo di aver voluto potare a termine il lavoro prima delle lezioni per la presidenza degli Stati Uniti il prossimo 8 novembre.

A Cuba inondazioni e piogge, Haiti devastata

Intanto, come detto, la natura si scatena. Inondazioni ad Holguin, una delle città più importanti della zona orientale di Cuba, e interruzione dell’energia elettrica. L’uragano Matthew ha toccato il territorio cubano nel tardo pomeriggio di ieri (ora locale) all’altezza di Punta Caleta, sulla costa meridionale nella provincia di Guantanamo. L’uragano tardava ad allontanarsi dall’isola a causa di un anticiclone sull’oceano Atlantico,

Prima ancora aveva causato quattro morti nella Repubblica Dominicana, dove sono state evacuate 794 persone. Ad Haiti è crollato un ponte su una strada tra la capitale Port au Prince e il Sud dell’isola caraibica. Oltre un milione di persone rischiano di essere evacuate nella zona costiera di South Carolina. Dopo la Florida è stato di emergenza anche in Georgia.

CdM, ok al ddl che ratifica l’accordo sul clima

In Italia, il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl di ratifica dell’Accordo del Cop21 di Parigi, collegato alla Convenzione quadro dell’Onu sul clima, adottata il 12 dicembre 2015. Il disegno di legge prevede la partecipazione dell’Italia alla prima capitalizzazione del “Green Climate Fund”: 150 milioni di euro, 50 per ogni anno fino al 2018.