Cisgiordania, bimba di 4 anni uccisa da fuoco israeliano

È accaduto a Bidu. La polizia di frontiera avrebbe aperto il fuoco verso un'auto lanciata contro di loro, colpendo anche la piccola. StC: "Più di mille bambini mutilati a causa del conflitto"

Foto di Emad El Byed su Unsplash

La Polizia israeliana ha ammesso di aver ucciso “per errore” una bimba di 4 anni a un checkpoint di Bidu, in Cisgiordania. Gli agenti di frontiera avrebbero sparato contro un’auto lanciata contro di loro, che pare avesse già travolto due poliziotti. Intanto, Save the Children rilascia un report sui bambini feriti dall’inizio della guerra: Più di mille i bambini mutilati a causa del conflitto”.

Bidu, uccisa una bambina

Una bambina palestinese di 4 anni è rimasta uccisa a Bidu dal fuoco di militari israeliani, nel secondo attentato palestinese della giornata su arterie della Cisgiordania. Lo afferma l’agenzia di stampa palestinese Maan secondo cui è stata colpita dal fuoco di agenti della Guardia di frontiera in direzione dell’automobile di un palestinese che aveva appena travolto due agenti. L’autista è stato “neutralizzato” e le sue condizioni non sono note. Un’agente israeliana è rimasta ferita in modo non grave.

StC, il report sui bimbi feriti

Dal 7 ottobre, più di mille bambini della Striscia di Gaza hanno perso una o entrambe le gambe in interventi di amputazione spesso senza alcuna anestesia. Sono più di dieci bambini al giorno che non potranno più correre, saltare a corda, giocare a pallone, andare in bicicletta. Vittime dell’orrore senza fine di un conflitto che da tre mesi si abbatte senza alcuna pietà sui più piccoli. L’agghiacciante dato arriva da Save The Children che cita in una nota i numeri diffusi dall’Unicef. Molte di queste amputazioni – afferma l’Ong – sono state effettuate senza anestesia a causa della paralisi del sistema sanitario nella Striscia e della grave carenza di medici e infermieri e di anestetici e antibiotici. E per la mancanza di energia elettrica, nel nord dell’enclave si curano i feriti con la luce fioca delle torce, raccontano i volontari della Mezzaluna Rossa Palestinese (Prcs) impegnati a Jabalia.

“Sofferenze inaccettabili”

“Ho visto medici e infermieri completamente sopraffatti mentre i bambini arrivavano con ferite da esplosione. L’impatto nel vedere i piccoli soffrire così tanto e non avere le attrezzature e le medicine per curarli o alleviare il dolore è troppo forte anche per i professionisti più esperti”, racconta Jason Lee, direttore di Save the Children nei Territori palestinesi occupati. “Anche in una zona di guerra, la vista e la voce di un bambino mutilato dalle bombe non possono essere accettati né tantomeno compresi”. “La sofferenza dei bambini in questo conflitto è inimmaginabile e lo è ancora di più perché è inutile e assolutamente evitabile”, accusa il dirigente dell’organizzazione.

Gravi violazioni

“Questa sofferenza, l’uccisione e la mutilazione dei bambini sono considerate come gravi violazioni, e i responsabili devono essere chiamati a risponderne. Se la comunità internazionale non interviene per far fronte alle proprie responsabilità ai sensi del diritto internazionale umanitario e per prevenire i crimini più gravi, la storia ci giudicherà tutti”, è il monito dell’organizzazione: “Solo un cessate il fuoco definitivo porrà fine” di tutto questo e £consentirà l’arrivo degli aiuti umanitari, di cui c’è disperato bisogno”, conclude l’Ong.

Fonte: Ansa