India, leader cristiano al premier Modi: “Ripristini l’economia basata sui contanti”

Il leader cristiano indiano Sajan K George ha scritto una lettera aperta al governo indiano avvertendolo dei pericoli economici e sociali che scatenerà l’imminente ritiro dei tagli da 500 e 1000 rupie,  annunciato a inizio dicembre dal primo ministro indiano Narendra Modi. Provvedimento voluto perché quei tagli – i più usati dalla popolazione – sono anche i più falsificati. Per tale motivo verranno immessi in circolazione nuovi tagli da 500 e 2000 rupie; nel frattempo, la popolazione ha tempo fino al 30 dicembre per scambiare le banconote false. Dopo tale data, decadrà il valore legale delle vecchie rupie.

Una mossa finanziaria voluta dal premier per combattere l’uso massivo di denaro contraffatto e il mercato sommerso, promessa nel 2014 durante la campagna per la sua candidatura. Il ritiro dei tagli usati quotidianamente per le piccole spese (500 rupie valgono circa 7 euro) ha messo in crisi una vasta fascia della popolazione (circa il 40%) che fonda la sua economia di sussistenza sui piccoli scambi e che non usa né carte di credito né i servizi bancari ufficiali. Costretta a portare in banca i piccoli tagli (gli unici che possiede) la popolazione contadina ora non ha più contanti per i commerci quotidiani. Da qui la lettera al premier da parte del leader cristiano, che riportiamo integralmente.

“L’india come nazione ha resistito al meglio e al peggio della storia. È stata calpestata dalla dittatura: un milione di persone sono state consegnate alla sua militanza e al terrorismo. Ha lottato contro una soffocante burocrazia. La mentalità dell’India è stata spesso divisa in nome delle caste e della religione da parte di leader la cui visione non si estendeva oltre la successiva elezione.

Quando Anna Hazare ha lanciato il suo digiuno contro la corruzione e per [l’approvazione] del Lokpal Bill [un organo investigativo indipendente per i casi di corruzione, spiega il sito Asia News che riporta la missiva], uomini di buona volontà come Pandit Ramdev e Sri Sri Ravi Shanakar si sono uniti a lui nella campagna. Anche il popolo dell’India e il buon senso dell’India era con loro.

Molti di noi hanno sostenuto con impeto un cambio di regime e il popolo dell’India ha riposto la sua fede in lei, venerabile Modi. La sua inarrestabile energia e determinazione a sventolare la bandiera indiana in Paesi esteri è ammirata persino dai suoi peggiori critici. Sotto la sua amministrazione gli attacchi alle minoranze hanno ridotto la maschera dorata dei precedenti governi della Nda [National Democratic Alliance]. Personalità del calibro di M.J. Akbar, Udit Raj e Ramadas Atalwalle, campioni delle minoranze e dei dalit, si sono uniti a lei. Più di 1,2 miliardi di indiani vogliono che lei abbia successo nel portare la nostra nazione a più alte vette, con una crescita inclusiva per tutti.

Fin dall’annuncio iniziale dell’8 novembre, la demonetisation [termine con cui in India è chiamata la recente eliminazione delle banconote da 500 e 1000 rupie] è stata vista come passo verso la trasformazione dell’India in una cashless economy [economia senza contanti, tipica dei Paesi che fanno largo uso di carte di credito]. Ma secondo le stime del governo, il 40% degli indiani non utilizza i servizi bancari ufficiali. Alcuni commentatori si sono accorti che la demonetisation è un passo allarmante del governo nel suo tentativo di distribuire i sussidi statali e di welfare passando dai trasferimenti in denaro ai conti bancari.

Vorrei condividere con lei la situazione allarmante negli orfanotrofi e nelle case per i poveri, dal Kashmir fino a Kanyakumari, che sono gestiti solo dalla benevolenza dei buoni samaritani. I poveri patiscono la fame e l’India non ha una rete di assistenza sociale in grado di fornire a queste anime sfortunate i bisogni essenziali. Le temperature rigide dell’inverno stanno per colpire migliaia di persone.

La Sewa [Self-Employed Women’s Association] opera tra due milioni di donne imprenditrici. I loro prodotti agricoli e di altro genere, così come molti uomini e donne poveri, che di solito nel periodo di Natale e del nuovo anno trovano un buon mercato, hanno davanti un futuro incerto e fame estrema. Salari, commerci, agricoltura, tutto è stato colpito. Non è una paralisi vera e propria, le imprese stanno guadagnando circa il 30% di quello che guadagnavano prima della demonetisation.

Ci sono notevoli disagi per le donne (nelle aree rurali e nelle economie non organizzate) che non mettono da parte i soldi nelle banche o nei beni, mentre preferiscono i contanti. Risparmiano piccole somme e le aggiungono ai contanti. Grandi quantità di moneta sono uscite dalle case delle persone – 20mila, 30mila, 5mila rupie: sono quelle delle donne povere. Sono i risparmi che esse conservano per i tempi duri. Ci sono un mucchio di risparmi che si stanno riversando dall’economia dei contanti. Ora le nostre banche e tutte le nostre cooperative – in pratica ogni banca in questo Paese – è piena di fondi. Il Paese si basa sull’economia dei contanti, e la maggior parte non sono “neri”, cioè non provengono dall’evasione fiscale. Nelle zone rurali le persone mettono da parte i contanti, pagano in contanti, tutta l’agricoltura viene portata avanti dai contanti. Ogni donna sta arrivando in banca con banconote per un valore di 10mila o 20mila rupie. È tutto il denaro guadagnato con fatica che viene depositato in banca, ma esse non hanno più soldi per continuare i loro piccoli commerci.

Esse hanno bisogno del suo aiuto per riprendere le piccole attività. Noi non stiamo mettendo in discussione la sua sincerità, ma le persone sono preoccupate di coloro che si dipingono come suoi vicini collaboratori di partito. Come possiamo fidarci dei signori che dicono di voler proteggere l’anima dell’India e si comportano come quelli che vedono l’India come mercato in cui vendere i propri prodotti? Il fatto che un membro del suo partito abbia speso 5 miliardi di rupie [circa 69 milioni di euro] per il matrimonio della figlia e i suoi colleghi di governo altri 550 milioni di rupie [circa 7,6 milioni di euro], non trova il favore del popolo indiano, che vuole vederla come un primo ministro di successo. Se lei ha successo, hanno successo anche 1,2 miliardi di persone e noi vogliamo che lei sia vittorioso per il bene della nostra nazione.

La prego, si difenda dalle persone nelle sue vicinanze. Sembra che essi la stiano isolando, nascondendole la verità sugli effetti negativi della demonetisation. L’anno volge al termine e un nuovo anno di prosperità è impensabile se lei non darà un nuovo avvio alle piccole imprese rurali, in modo che esse possano risollevarsi ancora una volta con fondi adeguati. Si presume che l’organizzazione di Pune l’abbia incoraggiata nel notare che la demonetisation ha già preso le distanze dall’idea che si aveva di demonetizzazione.

La prego, si fidi di economisti e scienziati sociali come Amartya Sen, Meera Sandal, Reghuram Rajan, Manmohan Singh, Arun Kumar, Kaushik Basu, Prabhat Patnaik, Jean Dreze e altri, che la sostengono nella fiducia di voler raggiungere i suoi obiettivi per gli indiani. Siamo certi che essi amano l’India e il suo popolo e vogliamo che lei abbia successo. Prima di augurarle un buon Natale e un Nuovo Anno di pace, la invitiamo con urgenza a considerare in maniera generosa le piccole imprese e gli individui che vivono dei propri prodotti grazie al periodo del Natale e dell’anno nuovo”.