Peppino De Filippo: il teatro dal tono leggero

Brillante attore di teatro. De Filippo si dedicò anche al cinema prendendo parte a un centinaio di pellicole e divenne celebre come spalla di Totò

Il 24 agosto 1903 nasceva l’attore napoletano Peppino De Filippo. Fratello di Eduardo e Titina, fondò con loro nel 1931 la “Compagnia Teatro Umoristico: i De Filippo” che lasciò nel 1944, a causa di controversie con il fratello. Successivamente approdò a
stili di recitazione diversi da quello dialettale.
Brillante attore di teatro, si dedicò anche al cinema prendendo parte a un centinaio di pellicole e divenendo celebre soprattutto come spalla di Totò, che affiancò in ben 16 film.
De Filippo

La nascita di De Filippo

Figlio naturale del commediografo Eduardo Scarpetta e di Luisa De Filippo, nonché fratello di Eduardo e Titina, nacque a Napoli nella casa di via Bausan n. 28/O, con attuale ingresso da via Vittoria Colonna n° 10/a. Casa dettagliatamente descritta, sulla scorta della memoria infantile, nel libro autobiografico Una famiglia difficile.

Trascorse i primi anni d’infanzia a Caivano e si esibì sui palcoscenici sin da bambino. Dopo esperienze con diverse compagnie teatrali, sempre in ruoli da ‘generico’, nel 1931 fonda con i fratelli la Compagnia Teatro Umoristico: i De Filippo.
È un’esperienza di grande successo con tournée in tutta Italia, nuove commedie, critiche entusiaste e teatri sempre pieni. Tuttavia nel 1944, per dissidi con il fratello Eduardo (dovuti anche alla relazione che Peppino aveva iniziato con Lidia Maresca, che divenne poi la sua seconda moglie), Peppino lasciò la compagnia.

Questa separazione gli permise di trovare un suo stile come autore, distinguendosi da Eduardo per il tono delle sue commedie, più leggero.

©anselmo ransapardoti

 

Vita privata e morte

Sposato tre volte, dalla sua prima moglie Adele Carloni ebbe un figlio, Luigi, che ha continuato con successo fino alla morte l’attività paterna riproponendone in scena molti lavori teatrali. In seconde nozze sposò l’attrice e soubrette Lidia Maresca (attiva con il nome d’arte Lidia Martora), sorella di Marisa Maresca, dopo una convivenza trentennale nel 1971, poche ore prima della morte dell’attrice. Nel 1977 sposò Lelia Mangano, sua partner in compagnia. Al pari di molti altri attori famosi, Peppino De Filippo recitò in diversi film del genere del musicarello.

Morì il 27 gennaio 1980, all’età di 76 anni, a causa di un tumore e venne sepolto nella tomba di famiglia al cimitero del Verano a Roma.

De Filippo

L’archivio dei film di De Filippo

Nell’archivio troviamo due cinegiornali del 1960 in cui Peppino recita con il Principe De Curtis: “Roma: il si gira di Signori si nasce” relativo all’omonimo film di Mario Mattoli e “Totò ritorna sul set”, nel quale si raccontano le prime lavorazioni di “Letto a tre piazze”, diretto da Steno.
Del 1961 è “Sul set con Peppino De Filippo”,  nel quale si parla de “Gli incensurati” con Marisa Merlini; dell’anno successivo “Roma: si gira “Il mio amico Benito”, in compagnia di Mario Carotenuto.
In precedenza l’attore partenopeo era stato nel cast del film di Dino Risi “Il segno di Venere”, lavorando accanto ad attori del calibro di Vittorio De Sica, Franca Valeri, Sofia Loren e Alberto Sordi.

Fellini, che lo volle per il film “Luci del varietà” (1951) e per un episodio di “Boccaccio ’70” (1962) disse di lui “Peppino è stato senza dubbio una delle maschere più pure ed entusiasmanti della grande barca dei comici che era la Commedia dell’arte; un capocomico surreale e imprevedibile che qualsiasi teatro del mondo ci poteva invidiare tanto era particolare e seducente”.

Per la trasmissione televisiva Scala Reale, da lui presentata, Peppino creò il personaggio di Gaetano Pappagone. Protagonista di Sketch comici, Pappagone è il domestico ignorante e impacciato del Commendatore de Filippo.

 

De Filippo per la televisione

Per la televisione inventò il personaggio di Pappagone, presentato nella trasmissione Scala reale; un umile servitore, al servizio del Cummendatore Peppino De Filippo, in cui convergono le tipiche maschere del teatro napoletano (Pulcinella e Felice Sciosciammocca), inventore di un gergo particolare ed esilarante. I suoi piriché, ecquequà, carta d’indindirindà entrarono nel parlato comune divenendo modi di dire diffusissimi. Alla fine del 1979 si ebbero le sue ultime partecipazioni televisive dove, già malato, conduce il varietà televisivo Buonasera con… coadiuvato dalla collaborazione del figlio Luigi. Del programma televisivo incise anche la sigla dal titolo La gallina, pubblicato su 45 giri.