La Chiesa in pandemia: “un crocevia di realtà differenti”

Imola, 15-07-2019. Dopo di Noi Santa Caterina Onlus. Don Massimo nella serra San Giuseppe.

Da tre anni è in vigore la prima legge a tutela dei cittadini con disabilità grave, privi di sostegno parentale. Da allora sempre più parroci hanno dato vita ad alloggi, piani di inclusione e di lavoro. Tra questi c’è Don Massimo Martelli, sacerdote dal 2001, e parroco da giugno 2020 di San Giacomo Maggiore del Carmine oltre che assistente spirituale della Fondazione diocesana Santa Caterina di Imola che risponde ai nuovi bisogni di chi rischia di restare solo. Come i disabili adulti accolti nella casa Dopo di noi, dedicata a chi ha come unico, grande pensiero il futuro di un figlio disabile.  “Il nostro Dopo di noi è parte viva del grande villaggio che è la Fondazione, composta da una cinquantina di dipendenti motivati e vicini ai fratelli – spiega don Massimo Martelli In un condominio, composto da 8 appartamenti inaugurati nel 2014, sono ospitate circa 20 persone con disabilità, alcune con i propri genitori, accudite da un team di volontari ed educatori.”

La nascita della Fondazione

Nata come Istituto degli Artigianelli nel 1915, fondato da don Angelo Bughetti, parroco imolese dichiarato Servo di Dio, la Fondazione è un crocevia di realtà differenti tra loro ma tutte nel segno della solidarietà e della dignità restituita. Affacciate in una grande corte vi sono le scuole, l’oratorio, lo studentato universitario, la mensa e la comunità per adolescenti in difficoltà.

“Dopo di noi” durantente la pandemia

A causa dell’emergenza la Fondazione ha rimodulato i propri servizi mantenendo la continuità dell’assistenza e del supporto alle mamme ospitate con i propri bambini nella Comunità di Villa Pambera, agli ospiti della struttura residenziale “Sul Sentiero”, che accoglie stabilmente nove ragazzi, psicologicamente fragili e con problemi familiari e ai quindici adolescenti che frequentano il centro diurno che si intitola significativamente “Effathà” che in aramaico vuol dire “Apriti”. “Durante il lockdown abbiamo garantito la continuità dei nostri servizi e la scorsa estate abbiamo riaperto anche il centro estivo diurno, pur con numeri ridotti, accogliendo quotidianamente una trentina di adolescenti – sottolinea Don Massimo -. Aderiamo, inoltre, al sodalizio “No sprechi”, composto da varie associazioni oltre alla Caritas di Imola, che fornisce la spesa gratuita tramite l’Emporio solidale, attività che non si è mai fermata anche nei difficili mesi dell’emergenza sanitaria”. Anche il servizio mensa è stato rimodulato per le misure anti covid e, temporaneamente, è accessibile solo agli interni; questa scelta obbligata ha comportato un disagio diffuso tra i tanti studenti, lavoratori e famiglie a basso reddito che la frequentavano con assiduità. Il menù del giorno viene pubblicato sulla pagina facebook ma è consentito solo l’asporto previa prenotazione.

La Serra San Giuseppe

Fa parte dell’universo della Fondazione Santa Caterina anche la Serra San Giuseppe, dove oggi alcuni disabili lavorano, tra giovani piante e la coltivazione degli ortaggi. Rimanendo fedele alle proprie radici e ispirandosi ai principi della dottrina sociale della Chiesa cattolica, la Fondazione, fortemente radicata nel territorio, si impegna quotidianamente nel concretizzare una carità operosa grazie anche ad una rete solidale di volontari e di educatori. “La messa che viene celebrata insieme al Rosario nei giorni feriali, nella cappella del nostro Istituto, per altro in sicurezza, ma ancora lesionata dal terremoto del 2012, – conclude Don Massimo Martelli – è lo sguardo fiducioso che rimandiamo al Padre e a Maria Madre della Divina Provvidenza, a cui chiediamo ancora aiuto con le parole di don Angelo Bughetti, che iniziò l’opera nella precarietà di vita dovuta alla prima guerra mondiale “vesti i tuoi gigli, pasci i tuoi passeri…”.