Cosa fare quando il giudice vieta il pallone in oratorio

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I bambini fanno troppo rumore”: accolto il ricorso degli inquilini della zona. A Palermo l’ordinanza di un giudice scatena la protesta di sacerdoti e animatori della parrocchia.

Alla ricerca di una conciliazione

“Probabilmente tutto poteva essere fatto in maniera diversa, sia da parte nostra sia da parte di questi condomini. Ma io penso al domani. Spero che nell'arco di poche settimane si possa arrivare a una conciliazione. Ormai il passato c'è stato, ma adesso non dobbiamo negare la possibilità di utilizzare questo spazio che è dei bambini, delle famiglie e degli adulti, uno spazio per il gioco, la fraternità, per crescere insieme, nella bellezza dello stare insieme”, è l'appello del parroco di Santa Teresa del Bambin Gesù, padre Roberto Ciulla, dopo l'ordinanza del giudice civile di Palermo che ha vietato il pallone nell'oratorio di via Filippo Parlatore, ridimensionando le attività, in accoglimento delle richieste di cinque condomini di un palazzo che si affaccia sulla struttura. “Non voglio più pensare al passato – ha sottolineato il religioso al Tgweb della Diocesi di Palermo – penso al domani e spero che, anche attraverso lo strumento della legge, si possa arrivare a una soluzione comune, in vista della quale da parte nostra ci sarà da fare qualche passo indietro, come mi auguro facciano anche i nostri condomini, al di là di ogni questione personale”.

Reclamo

Accertamenti tecnici per decidere a quali condizioni il pallone potrà rotolare nuovamente nell'oratorio di Santa Teresa del Bambin Gesù. Lo ha deciso, sciogliendo la riserva assunta nell'udienza del 31 gennaio, la Seconda sezione civile del Tribunale di Palermo, chiamata a decidere sul reclamo della parrocchia rispetto all'ordinanza che vieta nei fatti l'uso della palla fino alla realizzazione di costosi lavori per insonorizzare le mura del campetto di calcio: una decisione presa dopo il ricordo di cinque condomini di un palazzo vicino. Il collegio ha ritenuto necessario, “al fine di decidere”, si legge nel dispositivo visionato dall'Agi, nominare un consulente tecnico, il quale “individui la soluzione tecnica più efficiente che consenta di realizzare efficacemente l'obiettivo appresso indicato con il minor apporto di risorse economiche per ricondurre, entro i limiti della normale tollerabilità, le immissioni acustiche subite dai ricorrenti a causa dello svolgimento da parte dell'ente resistente nel cortile di sua proprietà delle attività sportive indicate in atti”.

Prossima udienza

Al consulente tecnico d'ufficio spetta il compito di esaminare la documentazione agli atti, ispezionare i luoghi e espletare “ogni altra opportuna indagine (eventualmente anche presso terzi e pubblici uffici), effettuati dove necessario gli opportuni saggi tecnici, descritti gli immobili per cui è causa, redigendo un sommario schizzo planimetrico e traendo documentazione fotografica degli stessi, esperito il tentativo di conciliazione delle parti”. Prossima udienza il 28 febbraio.