Elezioni in Germania, confronto Tv senza esclusione di colpi fra Merkel e Schulz

Si accende la campagna elettorale in Germania a 20 giorni dalle politiche. Durante il confronto televisivo Angela Merkel e Martin Schulz si sono affrontati sui temi più importanti della politica interna e internazionale. A dirigere la tenzone 4 giornalisti televisivi: Maybrit Illner della Zdf, Sandra Maischberger di Ard, Peter Kloeppel di Rtl e Claus Strunz di Sat 1. Cromatico l’unico punto in comune tra i due contendenti. Schulz si presenta con una cravatta blu che si intona perfettamente con la giacca indossata da Merkel. Per il resto il disaccordo è pressoché totale. A partire dalla posizione da mantenere nei confronti della Turchia.

“Se divento cancelliere interromperò i negoziati per l’ingresso della Turchia nell’Ue”, dice il candidato dell‘Spd. “Non rompo con la Turchia, per fare la gara a chi ha la posizione più dura“, è la reazione piccata della cancelliera. “Un ingresso nell’Ue non l’ho mai visto, a differenza dei socialdemocratici che lo appoggiavano”, aggiunge. Al momento “di fatto i negoziati non esistono”, e comunque “per interromperli serve l’unanimità in Europa”. Merkel annuncia che “si sta verificando l’opzione di rafforzare gli avvisi per i viaggi dei tedeschi in Turchia” dopo gli ultimi due arresti di cittadini tedeschi. Schulz controbatte ancora: “Erdogan capisce soltanto il linguaggio che propongo io, quello di chi trae le conseguenze”.

Anche sulla Corea del Nord, Schulz mostra i denti, rispondendo alla domanda se Trump sia il presidente giusto per risolvere la crisi un chiaro: “no”. “Non vedo una soluzione senza gli Usa”, replica Merkel. Che poi aggiunge: “Va detto con chiarezza che serve una soluzione diplomatica, pacifica” anche di fronte all’escalation delle ultime ore. “È una questione di guerra o pace“, concordano.

Poi il confronto si sposta sul campo della politica interna. “Con me non ci sarà una pensione a 70 anni“, annuncia Frau Merkel. “Meraviglioso! Finalmente una posizione chiara, mi fa piacere”, scatta Schulz, che ne approfitta per tornare sul cavallo di battaglia di queste elezioni: la vaghezza della cancelliera, che vira quando le serve. Il duello è però anche il momento per ridimensionare una critica che non era piaciuta a nessuno nelle scorse settimane: Schulz attaccò Merkel, definendo il suo stile politico un “attentato alla democrazia“. “Non lo ripeterò, era una espressione forte. Il mio obiettivo era dire che una democrazia non si porta avanti su un vagone letto”.

Schulz critica la politica della cancelliera anche sui profughi: nel 2015 fu sbagliato aprire le porte della Germania senza consultarsi con i partner europei, dice. “In quel momento era necessario prendere una decisione”, risponde Merkel. Poi il match diventa più serrato: con domande a cui si può rispondere solo sì e no. Merkel cerca sempre di spiegare la sua posizione, mentre quando si tratta di rispondere bene o male sull’incarico di Schroeder al colosso petrolifero russo risponde “male”, senza esitazione. Anche Schulz è costretto a farlo, pur rivendicando meriti storici all’ex cancelliere.