Stadio Roma, “no” della Conferenza dei servizi. M5S: “L’impianto si farà”

Un “no” previsto, quello sullo Stadio della Roma. Dal Movimento 5 Stelle continuano a garantire che la prima pietra verrà posata nel 2018. La Conferenza dei servizi, però, dopo un infinito tira e molla si è chiusa come, in grandissima parte, ci si aspettava: il progetto dello Stadio di Tor di Valle “l’è tutto da rifare”, come avrebbe detto Gino Bartali. Ergo, si ripartirà dall’inizio anche se, in effetti, qualche base di ripartenza è stata nel frattempo creata. Come detto, la bocciatura definitiva del percorso avviato in epoca Marino era preventivabile fin dall’inizio. Al momento, però, tutto quello che si ha in mano per riavviare l’intero iter, sono solo delle bozze di progetto. Nulla di veramente concreto, anche considerando la relativa vicinanza dell’ultima data utile per richiedere una nuova Conferenza, il prossimo 15 giugno. Per fare in modo che tale possibilità si concretizzi, all’interno delle nuove controdeduzioni da parte dei proponenti (anche in merito all’apposizione del vincolo sull’ippodromo da parte del Mibact), dovranno necessariamente essere inserite le opere pubbliche e di interesse generale, da eseguire contestualmente a quelle private.

M5S: “Esito scontato”

Niente di preoccupante secondo la consiliatura pentastellata: “Voglio rassicurare investitori e tifosi – ha spiegato Paolo Ferrara, capogruppo M5S in Campidoglio -: lo stadio della Roma si farà. E si farà con cubature dimezzate, sarà più ecosostenibile e le opere pubbliche saranno realmente garantite. Questa è la realtà dei fatti. E noi ci impegneremo affinché l’iter sia il più breve possibile. L’esito negativo della conferenza dei servizi era scontato”. Tra le motivazioni poste da Ferrara come garanzia di realizzazione, l’approvazione di una delibera di pubblico interesse che, la settimana scorsa, aveva soppiantato quella posta da Marino sul progetto (previa revisione da parte del Dipartimento Urbanistica), rileggendo in chiave sostenibile (il cosiddetto “stadio 2.0”) il piano d’opera: via le torri, via i ponti e persino la stazione.

I tempi

Il vento di dubbio e dissenso, però, si solleva sul fronte opposizione. Lapidario il commento su Twitter del deputato Pd, nonché ex candidato sindaco, Roberto Giachetti: “Come facilmente prevedibile su #stadiodellaRoma si deve ricominciare da capo. Altro che prima pietra in estate. Complimenti a M5S e Sindaca”. Le incognite maggiori sono legate in effetti ai tempi, più che ai modi: la realizzazione contestuale delle opere pubbliche e private (prevista dal progetto Marino) resta un vincolo sul quale la Regione non ha nessuna intenzione di regredire e nel nuovo dossier, il quale dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni, tale punto dovrà essere tenuto in seria considerazione dalla società Eurnova. Una volta presentato il nuovo progetto, questo dovrà essere seguito da una nuova Assemblea comunale. Un iter necessario solo per la richiesta della nuova Conferenza dei servizi (sempre entro il 15 giugno). Dopodiché, qualora questa si svolgesse, ripartirà il conteggio dei 180 giorni. A questo punto, l’inizio dei lavori nel 2018 diventerebbe quasi auspicabile.