La Commissione giustizia dice sì all'impeachment di Trump

RLa commissione giustizia della Camera dei Rappresentanti ha dato il suo ok per proseguire con l'impeachment del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Con questa storica decisione, Trump diventa il terzo presidente della storia ad essere messo in stato di accusa, anche se manca il voto dell'aula, previsto per la prossima settimana. La commissione giustizia ha votato prima l'articolo che contempla l'accusa di abuso di potere da parte di Trump, poi quello sull'accusa di ostruzione al Congresso. I due articoli sono passati con il voto della maggioranza dei democratici e il no dei repubblicani. 

La decisione dopo il rinvio

La commissione giustizia poche ore fa aveva annunciato una pausa di poche ore. Dopo quasi 15 ore di consultazioni, infatti, avbva deciso di riaggiornarsi alle ore 10 della mattina di Washington (le 16 in Italia), per passare alla votazione sui due articoli in cui sono contenute le accuse al presidente: abuso di potere e ostruzione al Congresso. Al centro dell’attenzione le presunte pressioni esercitate da Donald Trump per spingere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a riaprire un’inchiesta per corruzione su Hunter Biden, figlio dell’ex numero due di Barack Obama e oggi candidato nelle primarie democratiche per la Casa Bianca. “Ha cercato aiuto dall'Ucraina per i suoi interessi personali, essere rieletto – aveva commentato il presidente della commissione intelligence Adam Schiff -, e non per il bene del Paese. E la sua cattiva condotta continua ancora in questi giorni”. 

Il rinvio

La decisione inaspettata di rinviare il voto è stata annunciata dal presidente della commissione giustizia della Camera, il democratico Jerrold Nadler di fronte all'ostruzionismo dei repubblicani che per ore hanno presentato emendamenti regolarmente bocciati e visibilmente stizzito di fronte a una serie infinita di interventi ripetitivi da entrambe i partiti, i repubblicani per difendere Trump e i democratici per ribadire le loro accuse. Il dibattito era cominciato già mercoledì scorso. “Il continuo abuso di potere da parte del presidente Donald Trump mette a rischio la nostra sicurezza e le nostre elezioni. Questa minaccia è impellente. Se non agissimo ora, quello che succederebbe sarebbe nostra responsabilità oltre che sua”, aveva così aperto il dibattito il presidente della commissione Giustizia della Camera, il democratico Jerry Nadler. Lo scorso 13 novembre erano stati ascoltati i primi due testimoni, William Taylor, ambasciatore Usa a Kiev e George Kent, vice assistente del Segretario di Stato, che hanno rispoto alle domande di democratici e repubblicani nella Commissione Intelligence della House of Representatives. Se la Camera vota il rinvio a giudizio – finale “predeterminato” secondo il Got perché la Camera è a maggioranza dem – l'impeachment passa al Senato che dovrà stabilire se Trump è colpevole con un quorum di due terzi. Un’ipotesi considerata al momento improbabile, visto che i repubblicani a loro volta controllano la maggioranza dei seggi senatori.