“La città dei bambini”: la nuova frontiera delle cure pediatriche

L'intervista di Interris.it al dott. Francesco Iandola, direttore esecutivo della Fondazione De Marchi, in merito al progetto denominato "La città dei bambini"

“La città dei bambini” (© Fondazione De Marchi)

Il bambino è totalmente differente dall’adulto quando è in salute e, a maggior ragione, lo è quando si trova ad affrontare una malattia. Questo fa sì che, negli ultimi anni, si sono sviluppate sempre più azioni specifiche tese ad accrescere le competenze e le responsabilità di ognuno, con l’obiettivo di promuovere il pieno rispetto dell’integrità fisica, psicologica e morale dei minori che hanno bisogno di cure sanitarie.

L’opera della Fondazione De Marchi

La Fondazione G. e D. De Marchi ETS si impegna da anni, in un’ottica di assistenza globale, per promuovere progetti e azioni che possano migliorare la qualità della vita dei pazienti pediatrici della Clinica De Marchi del Policlinico di Milano, punto di riferimento per le cure pediatriche per tutte le famiglie milanesi e in generale di interesse regionale, nazionale e sovranazionale. In particolare, negli ultimi vent’anni, l’impegno della Fondazione si è concretizzato nella cura di 87 mila bambini che, in futuro, potrà continuare grazie al progetto denominato “La città dei bambini”. Interris.it, in merito a questa esperienza di prossimità ai pazienti pediatrici, ha intervistato il dott. Francesco Iandola, direttore esecutivo della Fondazione De Marchi.

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L’intervista

Dott. Iandola, quali sono le caratteristiche del progetto denominato “La città dei bambini”?

“Il progetto ‘La città dei bambini’ ha vinto il nostro bando per realizzare il reparto di pediatria più bello del mondo. Quest’ultimo è stato realizzato dall’architetto di importante notorietà Fabio Novembre ed è stato chiamato con questo nome particolare perché abbiamo pensato di ricreare i vari luoghi da cui è composta una città è trasferirli dentro la parte pediatrica dell’ospedale. Ci sarà l’ingresso che intende ricordare una piazza con una pista di skateboard, al fine di dare ai bambini ai bambini un aspetto più familiare. Gli spazi di collegamento e i corridoi sono stati pensati come dei viali alberati e, le stanze di degenza, sono pensate come le camerette dei bambini in modo che, questi ultimi, possano trovare un contesto molto familiare. Il progetto quindi, nelle varie declinazioni, prevede di ricreare i vari ambienti che i più piccoli possono vedere in una città e non in un ospedale. L’obiettivo che ci siamo posti è l’umanizzazione degli spazi, ciò però significa anche dare benessere, non solo per i bambini, ma anche per gli adolescenti e i ragazzi fino ai 17 anni di età e per i loro genitori che, in genere, permangono qui con i loro figli durante i ricoveri. Ciò significa anche creare ambienti più aperti alla comunicazione fuori e dentro l’ospedale”.

L’umanizzazione delle cure è un fattore molto importante. Come intende incidere su questo versante il nuovo reparto di pediatria? Quali sono i suoi auspici per il futuro?

“Il reparto di pediatria è focalizzato sull’umanizzazione delle cure. Umanizzare le cure significa creare benessere. Il personale e i nostri volontari sono impegnati a 360 gradi per far sentire un’accoglienza calorosa. Bisogna cercare di facilitare il più possibile la comunicazione nei confronti dei piccoli e dei grandi ospiti della clinica pediatrica, a cui contribuiscono la componente umana, ma anche il design, l’architettura e gli ambienti. Questi ultimi devono essere accoglienti, far mantenere una comunicazione verso l’esterno che, per i genitori, può significare anche la possibilità di fare smartworking e, per i bambini, continuare a seguire le lezioni scolastiche in apposite stanze adibite a questo. Un ambiente bello, sicuramente, aiuterà a far stare meglio i bambini. Inoltre, nell’epoca digitale che stiamo vivendo, faremo ricorso alle ultime tecnologie per creare intrattenimento e mondi virtuali attorno ai bambini in quanto, abbiamo visto che, tutto ciò, distoglie molto l’attenzione dalla paura, dalle cure a cui devono sottoporsi e trasmette all’umore dei bambini elementi molto positivi”.

In che modo, chi lo desidera, può sostenere la vostra opera in favore dei piccoli pazienti?

“Il raggiungimento di questo bellissimo obiettivo, concreto e tangibile nel cuore di Milano, è stato reso possibile dalla generosità di molte persone che, in questi anni, ci hanno sostenuto. La sanità è un bene prezioso che appartiene a tutti. Chi desidera sostenerci può visitare il nostro sito dove sono presenti le diverse modalità possibili per aiutarci. Tutto ciò ci permette di fare molto”.