E’ morto Cosma Shi Enxiang, vescovo martire della Chiesa sotterranea cinese

La prima notizia offerta alla famiglia dopo anni di silenzio riguardo la vita di Cosma Shi Enxiang, vescovo cinese arrestato l’ultima volta 14 anni fa e da allora mai più apparso in pubblico, è la morte certa: oscuri rimangono il come e il quando. La prima a ricevere la comunicazione dalle autorità di Pechino è stata la nipote, la stessa che era presente quando nell’aprile del 2001, di Venerdì Santo fu prelevato dalle forze dell’ordine.

Nato nel 1921, Shi Enxiang è stato ordinato sacerdote nel 1947, appena 26enne: sempre al servizio alla Chiesa e al Papa, e fermo nella scelta di non abbracciare mai l’associazione patriottica, che vuole edificare una chiesa fedele a Pechino e non a Roma, ha vissuto numerosi anni in carcere. Subì il primo arresto nel 1954, cui ne seguirono altri tra il 1957 al 1980. Nel 1982 è stato ordinato segretamente vescovo ausiliare di Yixian.

“Abbiamo un altro martire nella nostra Chiesa”, è stato il commento di tanti cinesi su Weibo, il social network più diffuso in un Paese dove si fa sempre più urgente la necessità di un dialogo tra il Governo e la comunità cattolica, che cresce di anno in anno. Basti pensare che i fedeli sarebbero ormai 100 milioni e la Cina , tra 15 anni, potrebbe diventare la nazione più cristiana al mondo. E ciononostante si parla ancora di Chiesa sotterranea, quella vicina al Papa, di cui il vescovo Shi era rappresentante, e di cui fa parte anche James Su Zhimin, presule 80enne in carcere dal 1997.