Bongioannini Cerlini: “Climate change, industrializzazione e meteo estremo: quale rapporto”

L'intervista di Interris.it a Paolina Bongioannini Cerlini, docente di Fisica Sperimentale presso la Facoltà di Fisica e Geologia dell'Università di Perugia, in merito alle responsabilità dell'uomo sui cambiamenti climatici e gli eventi metereologici estremi

Foto di Oleksandr Sushko (siccità), Wolfgang Hasselmann (grandine), NASA (tornado) e Foto di Chris Gallagher (alluvione) tutto da Unsplash

Il clima sta cambiando, gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti. Alle ondate di caldo intenso anche oltre i 45 gradi si sostituiscono nel breve periodo piogge e grandinate di elevata intensità. I prolungati periodi di siccità vengono seguiti da copiose nevicate in alta montagna o nubifragi che creano alluvioni e smottamenti, frane e valanghe. L’uomo e l’ambiente ne pagano sempre più frequentemente le conseguenze. Ai danni materiali, spesso ingentissimi, si sommano le perdite di vite umane. Che a livello globale si contano a decine di migliaia.

Una giornata per le vittime del cambiamento climatico

Il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, ha recente chiesto al Parlamento europeo e al Consiglio Ue di istituire una Giornata mondiale per le vittime del cambiamento climatico. Timmermans ha proposto come data il 15 luglio in memoria dei 200 morti causati dalle alluvioni in Belgio, Germania e Paesi Bassi tra il 12 e il 15 luglio del 2021 evidenziano nelle motivazioni come ormai “tutti abbiano dei morti da piangere a causa del cambiamento climatico”.

Le vittime del clima in Italia

I cambiamenti climatici stanno “assumendo rilevanza crescente sul piano della sopravvivenza anche in Italia”. Ad affermarlo è l’Istat nel suo ultimo Rapporto sugli indicatori demografici del 2022. Nei quattro mesi con le condizioni meteo più critiche, gennaio e dicembre per il freddo, luglio e agosto per il caldo, sono concentrati 265mila decessi, quasi il 40% del totale, “dovuti soprattutto alle condizioni climatiche avverse che hanno penalizzato nella maggior parte dei casi la popolazione più anziana e fragile, composta principalmente da donne”. In questi mesi, le percentuali di deceduti con un’età maggiore o pari ai 70 anni aumentano fino all’80,7% per gli uomini e quasi al 90% per le donne “proprio a sottolineare come questa mortalità più elevata abbia coinvolto soprattutto la popolazione più anziana”, evidenzia il rapporto.

Il ruolo dell’umanità nei cambiamenti climatici

Se tutti concordano sul fatto che il clima stia cambiando rispetto al recente passato, non tutti però sono propensi a considerare l’opera dell’uomo come la causa principale di tali cambiamenti e del conseguente aumento – in numero e intensità – degli eventi meteo estremi quali: ondate di calore, alluvioni, siccità, nubifragi, cicloni, frane, valanghe etc.

Al fine di fare chiarezza su una tematica vasta e complessa, in certi casi strumentalizzata, quale quella delle cause del climate change e delle sue conseguenze, Interris.it ha intervistato la professoressa Paolina Bongioannini Cerlini, docente di Fisica Sperimentale presso la Facoltà di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia. La professoressa Bongioannini Cerlini è membro del Comitato di Indirizzo CRC – Centro di Ricerca sul Clima e i Cambiamenti Climatici – della sezione strutturata del CIRIAF, il Centro Interuniversitario di Ricerca sull’Inquinamento e l’Ambiente “Mauro Felli”.

La professoressa Paolina Bongioannini Cerlini, docente di Fisica Sperimentale presso la Facoltà di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia e il logo UniPG. Foto: UniPG

L’intervista alla professoressa Paolina Bongioannini Cerlini

La prima settimana di luglio, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale dell’Onu, è stata la più calda mai registrata. Quali considerazioni?

“Quando si parla di clima alcune premesse vanno fatte, altrimenti si può cadere in affermazioni approssimative”. Innanzitutto: i dati che nei decenni abbiamo raccolto sul clima sono incontrovertibili. Alla fine dell’800 è stata fondata l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) che si appoggia per la raccolta dati ai servizi meteorologici nazionali, ai quali partecipano quasi tutti i Paesi del mondo. Dunque, i dati WMO – che non sono presi solo a terra, ma anche in quota, in atmosfera e negli oceani – sono ufficiali e hanno validità scientifica. E ci danno la misura del clima in una precisa posizione spaziale e temporale. Quando si dice che questa è la settimana più calda ‘mai registrata’, si potrebbe dare per scontato che le persone siano a conoscenza della data di inizio delle rilevazioni. Così non è. Le misure si fanno da quando esistono i sistemi scientifici in grado di registrarle. Nello specifico, la prima previsione meteorologica è stata fatta per lo sbarco in Normandia. A livello globale le misurazione metereologiche sono iniziate nel dopoguerra, negli anni ’50. L’inizio dell’uso dei computer ha segnato una vera svolta e rivoluzione. Aggiungo un’altra precisazione…”

Quale?

“Quando si parla di clima, non ci si riferisce agli ultimi eventi meteo. Le previsioni climatiche del WMO sono infatti dati globali che non si riferiscono mai a ciò che noi percepiamo in quest’istante perché sono la media dei dati meteorologici raccolti in un lasso di tempo almeno trentennale! I dati meteorologici dunque diventano dati climatici solo quando vengono filtrati dai dati in eccesso e mediati sugli ultimi trenta anni. Il clima – in altre parole, il clima è dato dalla media degli eventi meteo dei decenni passati. Quando si parla della ‘settimana più calda da inizio rilevazioni’ parliamo di almeno 70 anni di raccolta dati. Terza ed ultima precisazione: se a livello globale possediamo dati dagli anni ’50, a livello locale li abbiamo da molto tempo prima. Ad esempio, conosciamo il clima anche prima della rivoluzione industriale. Sono dati incontrovertibili poiché scientifici che cancellano la possibilità di affermazioni approssimative sul clima e sui cambiamenti climatici. Le cause e le conseguenze dei cambiamenti climatici sul Pianeta sono invece argomento di discussione. Il clima è sempre cambiato. Il nucleo è il perché sia cambiato il clima”.

Dove è possibile visionare i risultati dei cambiamenti climatici?

“Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono state studiate sotto molteplici punti di vista ed è possibile visionarle nel sito dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Tutti i ricercatori che fanno parte del Panel intergovernativo concordano su un fatto”.

In cosa concordano i ricercatori?

“Sul fatto che la temperatura media stia salendo: le medie globali degli ultimi 10 anni sono tutte sopra la media dei decenni precedenti. Non c’è stato un singolo anno – negli ultimi dieci – in cui si sia tornati indietro alle medie precedenti! Dunque: la temperatura globale sta salendo annualmente in maniera irreversibile”.

Nei mesi invernali abbiamo dovuto fare i conti con settimane di siccità, poi con le alluvioni in Emilia-Romagna e Marche, adesso con le ondate di calore. Casualità?

“No, ma è doverosa una premessa: il clima è sempre cambiato lungo la storia della Terra. Che il clima cambi è una realtà assodata. La Terra ha cambiato la composizione chimica della sua atmosfera più volte nel passare delle ere. I cambiamenti climatici sono frequenti nella storia e hanno prodotto anche estinzioni di massa”.

Dunque, cosa è cambiato rispetto al passato?

“Quello che è cambiato moltissimo è la risposta del sistema climatico dall’epoca preindustriale a quella attuale. Vale a dire dal momento in cui abbiamo cominciato a bruciare carboni fossili per produrre beni, energia etc. E’ dall’inizio dell’industrializzazione della civiltà che le cose sono cambiate in modo molto diverso rispetto alle epoche precedenti”.

In che misura il clima è cambiato dall’industrializzazione ad oggi?

“L’immissione di carbonio dall’epoca industriale ad oggi ha subito un picco che non si era mai verificato precedentemente nella storia. Parallelamente, i dati mostrano come anche le temperature globali terrestri siano cambiate in maniera sostanziale. Gli studi dimostrano che, se si toglie il carbonio dai modelli che simulano il clima dalla rivoluzione industriale ad oggi, si ottiene una temperatura media globale che non ha nulla a che vedere con quella attuale. Inoltre, dimostrano che la temperatura media globale dall’industrializzazione ad oggi ha avuto un picco rispetto alla temperatura e alla crescita della temperatura prima dell’industrializzazione – anche in epoche remote – che non ha precedenti”.

Alcuni però non sono concordi sul fatto che i cambiamenti climatici dipendano dall’uomo.

“Neppure io – quando iniziai a lavorare sul clima – non ne ero sicura. Perché al tempo non esistevano dati incontrovertibili che lo dimostrassero. La raccolta, lo studio e la modellazione di questa mole di dati ha richiesto infatti diversi decenni di lavoro. Nonché la costruzione e l’utilizzo di sistemi moderni super efficienti e di computer con grande potenza di calcolo. Solamente da pochi anni siamo riusciti a riconoscere scientificamente il lavoro iniziato da altri due scienziati negli anni ’60, i pionieri dell’utilizzo del computer per le simulazioni climatiche: Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann, Premi Nobel per la Fisica 2021 ‘per la modellizzazione fisica del clima terrestre, quantificando la variabilità e prevedendo in modo affidabile il riscaldamento globale’. Con un modello complesso di modellazione di equilibrio verticale tra la radiazione entrante e quella uscente in atmosfera, i due fisici hanno dimostrato che il CO2 modifica sostanzialmente l’equilibrio radiativo terrestre”.

Queste ricerche iniziate negli anni ’60 sono state confermate?

“Sì. I dati dei satelliti che ruotano intorno alla Terra confermano che esiste realmente uno sbilancio energetico del sistema Terra-atmosfera. Questa è la dimostrazione provata che il sistema climatico della Terra sta cambiando in un senso di disequilibrio rispetto al passato. Si tratta di un dato scientifico impossibile da negare o confutare. Tutti concordano sul fatto che c’è un cambiamento climatico indotto dall’uomo. Non a caso, quest’epoca è stata chiamata ‘antropocene’ perché siamo noi esseri umani che stiamo cambiando il sistema Terra atmosfera”.

Le alluvioni e la siccità, così come gli altri eventi estremi climatici, sono dovuti ai cambiamenti climatici indotti dall’uomo?

“Purtroppo sì. Il clima cambia perché la distribuzione statistica degli eventi estremi sta cambiando. Lo vediamo studiano statisticamente i fenomeni climatici, dalla distribuzione delle piogge alle temperature terrestri: col passare degli anni, i valori estremi sono sempre più distanti rispetto al valore medio. Questo significa in pratica che i fenomeni meteorologici estremi diventano sempre più frequenti e intensi. Secondo il rapporto della IPCC, il cambiamento climatico corrisponde all’aumento sensibile della probabilità che si verifichino eventi meteo estremi. In definitiva, non ci sono dubbi che il clima stia cambiando a causa dell’opera dell’uomo. E ne stiamo subendo le conseguenze già da ora”.