Working poor: ecco chi si rivolge ai centri d’ascolto Caritas

Il 25% di chi chiede aiuto è un lavoratore povero, non gli manca il lavoro, ma il reddito per una vita dignitosa

generosità
All’arcidiocesi di Genova nel corso del 2022 i centri d’ascolto Caritas hanno erogato aiuti economici per un ammontare complessivo di oltre un milione e 22mila euro. Il 62,6% è stato destinato alle spese dell’abitare, per lo più per il pagamento di utenze domestiche e affitti in un contesto aggravato dall’inflazione. Caritas: “Il 25% di chi chiede aiuto a Genova è un lavoratore povero, non gli manca il lavoro, ma il reddito per una vita dignitosa“. Su 4.891 persone che si sono rivolte ai centri d’ascolto della Caritas a Genova l’anno scorso per chiedere aiuto, 1.222 sono lavoratori poveri, ossia persone a cui non manca il lavoro, ma il reddito per una vita dignitosa. È la criticità segnalata dalla Caritas diocesana di Genova nel “Rapporto 2023 su povertà ed esclusione sociale in Italia” realizzato per la settima Giornata mondiale dei poveri che si è svolta domenica.
Caritas

Rapporto Caritas

Secondo la Caritas emerge che il 25%, una persona su quattro, che “si rivolge ai centri d’ascolto dell’arcidiocesi di Genova dispone di un lavoro a tempo indeterminato. Ma con un reddito non sufficiente a far fronte alle normali spese di una famiglia. Tra cui la spesa per la conduzione della casa, l’affitto, l’amministrazione o le utenze, che assorbono oltre il 50% delle entrate del nucleo familiare“. Quasi la metà delle persone che accedono ai centri d’ascolto genovesi ha la licenza media inferiore: il 42,5% ha una licenza media inferiore, il 16,9% nessun titolo. Il 14,8% una licenza media superiore, il 12,6% una licenza elementare, Il 7,8% un diploma professionale, il 4% una laurea e 1,5% risulta essere analfabeta. Come a livello nazionale, anche a Genova si registra quindi un forte correlazione tra povertà e livelli di istruzione bassi o molto bassi.