L’importanza della “Cattedra di san Pietro”

Foto ©Damiano Mattana

Il 22 febbraio si ricorda una festa un po’ particolare, perché non è il ricordo di un santo o di una santa, o qualche ricorrenza speciale, ma si vuole sottolineare l’importanza che ricopre la “Cattedra di San Pietro”. La Cattedra è il trono da cui il vescovo impartisce le sue benedizioni e si rivolge ai fedeli, come rappresentante di Gesù in Terra. Essa è anche simbolo della potestà e responsabilità vescovile, e di solito nelle chiese è situata in un posto di rilievo, in mezzo all’abside, o nel presbiterio, dal termine “Cattedra” nasce poi la Cattedrale, che potremmo definire il luogo di culto principale di ogni singola diocesi. La Cattedra di S. Pietro altro non è che un trono ligneo, situata al centro inferiore della grandiosa abside della basilica vaticana, risalirebbe al IX secolo d.C. ed è un dono che Carlo II (840-877) detto il Calvo e allora re dei Franchi, per farsi incoronare imperatore la notte di Natale dell’875 fece a papa Giovanni VIII (872-882). Attualmente è protetta da una custodia in bronzo nero e d’oro, disegnata da Gianlorenzo Bernini (1598-1680) su incarico del pontefice Alessandro VII (1599-1667).

Essa racchiude la sedia di legno con decorazioni d’avorio sulla quale, secondo la tradizione si sarebbe assiso il Principe degli Apostoli; dopo di lui fu usata anche da molti suoi successori. Venne ultimato dopo dieci anni di lavoro impegnativo soprattutto per la fusione delle statue e degli elementi in bronzo e la grande massa metallica venne fusa da Giovanni Aretusi, sostenuta da quattro statue colossali di bronzo alte cinque metri che rappresentano i quattro dottori della Chiesa quella latina: S. Agostino e S. Ambrogio, e quella greca S. Anastasio e S. Giovanni Crisostomo. Venne inaugurato nel gennaio dello stesso 1666 con una cerimonia sfarzosa e solenne con fuochi d’artificio e con colpi d’artiglieria sparati a salve da Castel S. Angelo, e si racconta che lo stesso Alessandro VII, sopraffatto dalla meraviglia dell’intera opera, si sia inginocchiato a pregare.

Inoltre il bassorilievo dorato, lo schienale della cattedra è opera dello scultore e pittore Giovanni Paolo Schor (1615-1674) su disegno del Bernini, che ha voluto rappresentare Gesù risorto che appare agli apostoli sul lago di Tiberiade affidando all’apostolo Pietro il gregge: “Pasci le mie pecorelle”. Sui lati sempre dello schienale sono raffigurati la “Lavanda dei piedi” e la “Consegna delle chiavi”, gesto con il quale Gesù investe Pietro come capo della Chiesa.

Una grande vetrata, circondata da una gloria ascendente di angeli, raggi e nuvole d’oro, sormonta l’intera struttura, non poteva mancare al centro la colomba a simboleggiare lo Spirito Santo, che da sempre è la guida di Pietro primo papa e di anche tutti i pontefici eletti nell’arco dei secoli e chiamati a governare la Chiesa.

Ci sono altre versioni sull’origine e sull’epoca della Cattedra e sono state fatte numerose supposizioni. Fu detto di trattarsi di una sedia “curule”, simbolo cioè del potere giudiziario degli antichi magistrati romani, come i consoli, i pretori e i censori e che sarebbe stata ceduta a Pietro dal senatore Pudente, vissuto nel primo secolo, e che fu probabilmente un seguace dello stesso apostolo. E’ stata avanzata anche un’altra ipotesi che essa sia un’opera di epoca bizantina del VI secolo, nella quale furono incastrati alcuni frammenti della sedia primitiva. Ad ogni modo, vanno sottolineati e notati l’importanza storica e l’alto valore artistico e spirituale che ricopre l’insigne monumento della basilica vaticana.