Shoah, la Cassazione tedesca conferma l’ergastolo per il “contabile di Auschwitz”

La Corte di cassazione federale tedesca ha confermato per la prima volta una condanna per complicità nello sterminio di massa in un campo di concentramento nazista. La decisione riguarda l’ex Ss Oskar Groening, 95 anni, denominato “il contabile di Auschwitz” e condannato nel 2015 dal tribunale di Lueneburg a 4 anni per complicità nell’omicidio di 300 mila ebrei durante la seconda guerra mondiale. La condanna di Groening è ora irrevocabile, ha detto il suo difensore alla Dpa.

Groening era stato condannato nel luglio dell’anno scorso in quanto responsabile del sequestro del denaro dei deportati del campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz-Birkenau e per questo ribattezzato “il contabile” del famigerato Lager. “Auschwitz era semplicemente una macchina preparata per uccidere”, ricordò il giudice Franz Kompisch nel pronunciare la sentenza ora confermata, e chiunque ne abbia fatto parte è colpevole di concorso in omicidio. La pena che il contabile dovrà scontare è superiore ai tre anni e mezzo che aveva chiesto la Procura, suscitando qualche polemica.

Groening, che durante il processo aveva ammesso la propria responsabilità morale per quanto accaduto ad Auschwitz, era già stato indagato dalla giustizia tedesca negli anni ’70, senza che ci fosse poi alcun seguito giudiziario. Per quel difetto originario, l’accusa aveva anche chiesto che la pena fosse ridotta fino a 22 mesi. Stavolta, per ragioni giuridiche, il processo si era concentrato sulla deportazione di oltre 425 mila ebrei dall’Ungheria, tra maggio e luglio del 1944. Tra questi più di 300 mila furono subito selezionati per le camere a gas. Anche Groening ha partecipato alle selezioni, come testimoniano alcune foto.