Sgomberi, vertice fra Raggi e Minniti in Viminale. L’obiettivo: riqualificazione delle ex caserme

Concluso con un nulla di fatto il vertice in prefettura di mercoledì scorso, per la sindaca di Roma, Virginia Raggi, è arrivato il giorno dell’atteso incontro in Viminale con il ministro dell’Interno, Marco Minniti, durante il quale si è cercato di tracciare una prima concreta linea di contrasto all’emergenza abitativa che attanaglia la Capitale. In cima alla lista degli ordini del giorno, ci sarà certamente la questione sgomberi, alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi in Via Curtatone e, successivamente, in altre zone della città. Il nodo cruciale, sul quale la sindaca tenterà di convincere il guardasigilli, sarà premere sulle ex strutture militari (forti e caserme in disuso, 15 in tutto), da riqualificare per destinarle all’utilizzo da parte delle famiglie in difficoltà: “Ho provato a portare al tavolo le nostre proposte – ha detto la sindaca dopo l’incontro al colle -. Serve rivedere l’intero sistema, dall’emergenza abitativa ai rifugiati… Abbiamo richiesto la messa a disposizione delle caserme, quelle che hanno gli alloggi di servizio, per alleggerire le liste d’attesa e, ancora, di riattivare il mercato immobiliare”.

Raggi: “Serve un piano nazionale di inclusione”

E, proprio su questo tema, Raggi aveva insistito già al termine dell’incontro con il prefetto Paola Basilone e l’assessore regionale alle politiche abitative, Fabio Refrigeri, specificando che la linea del Comune avrebbe concentrato le sue priorità sulle persone in attesa da decenni e su quei soggetti definiti “fragili”. Una linea d’azione che aveva in gran parte scontentato i rappresentanti dei movimenti dei “senza casa”, i quali avevano bollato la soluzione del Campidoglio come “improponibile”. Di certo, la sfida della riqualificazione dei forti necessiterà di un percorso abbastanza impegnativo, intrapreso senza successo già da giunte precedenti: l’obiettivo della sindaca è ridurre il fenomeno degli immobili sfitti, quantificati dalla giunta in addirittura 200mila potenziali case. In questo quadro, però, si inserisce anche la richiesta, da parte della prima cittadina, di un maggiore coinvolgimento degli enti locali sul tema dell’emergenza migranti: “Non esiste un piano nazionale di inclusione dei migranti successivamente all’uscita dal circuito Sprar – aveva spiegato – e questi, di fatto, sono abbandonati a carico dei Comuni”.

Accuse dem

Mentre in Piazza dell’Esquilino, in mattinata, si sono radunati in protesta alcuni gruppi di sgomberati provenienti, in buona parte, da coloro accampati sotto il porticato della Basilica dei Santi Apostoli, in pieno Centro storico, lo scottante tema dell’emergenza abitativa non ha mancato di suscitare critiche anche da parte degli esponenti dell’opposizione, a cominciare dall’ala dem: “C’è un vuoto di iniziative e di idee, un costante scaricabarile – ha affermato Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera e consigliere comunale, nonché avversario di Raggi alle elezioni di un anno fa -. Non si amministra così una città complicata come Roma”. I consiglieri del Pd, intanto, hanno presentato due delibere per l’istituzione di un sistema di controllo sull’accoglienza e di monitoraggio sull’interazione fra comunità a livello municipale.