U.mano: installazioni multimediali tra capolavori di Caravaggio, Preti e Carracci

I n occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo la Fondazione Golinelli propone nella mostra “U.mano. Arte e scienza, antica misura nuova civiltà” un lavoro multimediale sull’opera leonardesca.Da un lato su una grande parete, riferisce la Stampa, si percepiscono frammenti di quell’opera (cavalli, oggetti, personaggi, guerrieri) che di volta in volta si ingrandiscono e svaniscono, dall’altro grazie a un gioco immersivo in Virtual Reality si può interagire con il mondo leonardesco (si può combattere ad Anghiari oppure fare a pezzi la Gioconda).

In penombra

“L’anniversario di Leonardo è stato il pretesto per allestire una mostra, curata da Andrea Zanotti, con Silvia Evangelisti, Carlo Fiorini e Stefano Zuffi, cbe si interroga sui rapporti tra arte e scienza- racconta Rocco Moliterni-. Per farlo utilizza la mano, con l’immaginario ad essa connessa lungo la storia dell’arte, dai graffiti nella grotta della Cueva in Argentina ai quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto. Il visitatore si perde in un grande salone in penombra dove sulle grandi pareti si intuiscono algoritmi che scorrono in continuazione e sui due lati sei fari illuminano altrettanti capolavori della pittura. Si esce un po’ frastornati, tra il divertimento di aver partecipato a un gioco, e la necessità che qualcuno ci dia, è il caso di dirlo una mano, per comprenderlo fino in fondo.”. Nel percorso della mostra sono collocati dipinti realizzati tra Cinquecento e Seicento, un momento storico nel quale “si è registrato un cambio di passo per alcuni versi simile a quello che stiamo vivendo ora”.

Intuizioni della mente e opere delle mani

Abbiamo così: la Madonna col Bambino attribuita a Caravaggio, Giuditta e Oloferne di Giovan Battista Crespi, il Cristo della moneta di Mattia Preti, la Madonna col Bambino di Ludovico Carracci, San Giovanni Battista di Guercino e il Ritratto di Francesco Arsilli di Sebastiano del Piombo. Grazie a un ipad ricevuto all’ingresso di ogni opera si può fare una lettura multimediale. Secondo Andrea Zanotti, presidente di Fondazione Golinelli, l'antica alleanza che un tempo teneva unite arte e scienza sottintendeva intuizioni della mente e opere delle mani. È vero infatti che possiamo indagare il volto del futuro attraverso il calcolo delle probabilità e i big data, ma è vero anche che l’intuizione del futuro sta nelle anticipazioni, solitarie e dolorose, di scienziati e artisti che scrutano orizzonti a noi preclusi. A campeggiare al centro del salone è il calco geometrizzato della mano di Marino Golinelli, collezionista d’arte e fondatore dell’omonimo Opificio. Nell’istallazione è incastonato il De Symmetria partium in rectis formis humanorum corporum libri, di Albrecht Dürer, un trattato sul disegno della figura umana le cui istruzioni sono state interpretate come uno dei primi algoritmi di arte generativa. Questo algoritmo è stato applicato per trasformare le dimensioni della mano (dei visitatori che lo desiderano) in frequenze e in rapporti fra esse, ottenendo così i suoi suoni.

Start-up

In esposizione anche una mano bionica creata da una start-up e le mani che nel 700 realizzava in cera nel suo laboratorio Anna Morandi Manzolini. Completano il percorso due atlanti anatomici: il De humani corporis fabrica di Andrea Vesalio e i Deux Livres de chirurgie di Ambroise Paré. “Il tema della mano – spiega Carlo Fiorini – in prima istanza porta immediatamente il pensiero alle origini dell’umanità, alla sua alleanza con Prometeo, allo sviluppo simbolico nel rapporto con il reale, ma in fondo sottende una considerazione che è alla base della nostra specificità: le mani sono il primo strumento attraverso cui apprendendo dell’errore possiamo stabilire procedure, vorrei dire algoritmi, per ottener e risultati certi, così nelle arti e nella scienza come nel gioco”.