Il congedo del cardinale vicario Vallini: “Continuerò la mia missione pregando”

“Continuerò la mia missione soprattutto pregando, ma anche voi, se credete, pregate per me, perché quest’ultimo tratto di vita sia davvero vissuto nella gioia e nella testimonianza, la più generosa”. E’ il congedo del cardinale Agostino Vallini dal suo incarico di vicario del Papa per la diocesi di Roma. Il porporato sabato, festa di S. Giovanni Battista, ha presieduto nella Basilica Lateranense la sua ultima celebrazione eucaristica pubblica da vicario alla presenza dei vescovi ausiliari, del nuovo vicario eletto, l’arcivescovo Angelo De Donatis, del vicegerente mons. Filippo Iannone. Proprio quest’ultimo, all’inizio della Messa, ha ringraziato il cardinale per il suo impegno pastorale: “Sotto la sua guida, esercitata sempre in perfetta comunione con il Santo Padre, la diocesi di Roma ha rinvigorito la sua coscienza missionaria. Abbiamo riscoperto, sacerdoti e fedeli, la bellezza dell’annuncio della salvezza e della testimonianza del Vangelo nei luoghi e negli ambienti in cui si vive, nella città. Abbiamo operato individuando nella famiglia, nei giovani, nell’educazione delle nuove generazioni punti focali della nostra azione pastorale. La sua costante attenzione e i suoi continui inviti a testimoniare e a vivere l’impegno della carità, guardando alle vecchie e nuove povertà di Roma, non sono mai mancati. A lei chiediamo di continuare ad accompagnare con la sua benedizione la nostra comunità diocesana”.

Il giubileo dei sacerdoti

In effetti, l’impegno del cardinale Vallini continuerà, come ha detto il Papa aprendo la scorsa settimana il convegno ecclesiale diocesano. Intanto, l’ultima omelia da vicario è stata dedicata ai sacerdoti. La celebrazione, infatti, era dedicata in particolare ai presbiteri che hanno festeggiato il loro giubileo sacerdotale: 25, 50 anni o, come il caso di mons. Umberto Scipioni, addirittura 75. “Anche noi siamo chiamati a preparare la via al Signore”, come San Giovanni, ha detto Vallini. Il prete infatti, è “colui che apre le vie al Vangelo. E noi lo facciamo con la testimonianza della vita e con il ministero, con il servizio quotidiano accanto alle persone come ministri di Dio. Siamo chiamati, particolarmente oggi in questo contesto in cui c’è tanta confusione sulle visioni della vita, ad annunciare con coraggio che l’unico salvatore è Gesù Cristo“. Il cardinale ha sottolineato che “esercitiamo in questo modo la nostra vocazione, la viviamo, la trasmettiamo con gioia. Non siamo persone private, siamo inviati. Ma tutto questo lo dobbiamo fare e vivere rimanendo umili. Ciò vuol dire essere coscienti di avere tutto ricevuto, consapevoli che la missione non è nostra ma ci è stata affidata”.